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Viviano a VN: “Io, portiere per caso. Potevo tornare, ne parlai in estate con Pradè ma…”

Siamo stati a tu per tu su Instagram con l'ex viola e grande tifoso della Fiorentina, Emiliano Viviano

Federico Targetti

In uno dei tanti appuntamenti su Instagram con Violanews.com, abbiamo scambiato 4 chiacchiere con l’ex portiere della Fiorentina Emiliano Viviano. Vi riproponiamo i passaggi più significativi:

"All'inizio, da bambino, nessuno voleva giocare in porta, a 8 anni quasi per caso mi ritrovai tra i pali. Non sono nato con la passione per il ruolo, mi è venuta dopo quando ho visto che ero bravo. La mia famiglia mi ha trasmesso l'amore per la maglia gigliata. I miei giocatori preferiti erano Batistuta e Rui Costa. Bati vinceva la partite da solo ma veder giocare Rui era una meraviglia per gli occhi. Classe e talento da vendere.

Il mercato viola?Conosco bene Pradè, abbiamo un ottimo rapporto. Sapevo che dopo l'approdo di Commisso ci sarebbero stati molti cambiamenti. Nel mercato estivo non si poteva fare di più per limiti di tempo, mentre in quello invernale è stato fatto tantissimo. A Gennaio sono arrivati grandi nomi per il presente e futuro. Al primo anno è sempre complicato fare risultato, c'è bisogno di tempo. Dalbert ad esempio mi piace molto, può migliorare in fase difensiva ma ha grandi margini di crescita.

Qualche aneddoto del mio passato da avversario? La mia prima partita contro la Fiorentina la ricordo benissimo. Ero appena arrivato al Bologna dopo qualche anno in serie B. Era la prima partita della stagione, quando uscì il calendario sembrava tutto irreale. Quella volta vincemmo anche grazie alle mie parate. Provavo delle emozioni contrastanti dentro di me. Per tutta la vita avevo esultato o pianto per i i risultati della Fiorentina, vederla perdere da vicino è stato difficile.

Poi è arrivata la mia esperienza in maglia viola. Giocare per la squadra della mia città è stata un'emozione pazzesca. Purtroppo venivo da un infortunio gravissimo e nei primi 6 mesi non stavo bene. Mi pesava il fatto di non riuscire a rendere come avrei voluto. Le emozioni erano amplificate ulteriormente perchè tendo sempre a legarmi a tutte le squadre in cui gioco ed inoltre tutti i giorni a Firenze si parla di calcio. Nel bene e bel male. Comunque non porto emozioni negative di quel periodo, alla fine per me era un privilegio anche andare in panchina.

Un mio possibile ritorno? È vero, ne avevo parlato con il direttore in estate. Poi dopo tutto si è arenato perchè la dirigenza ha pensato che potessi essere un elemento di pressione eccessiva su Dragowski. Avere come secondo una figura con esperienze da titolare e legato alla città poteva rappresentare un problema per un ragazzo giovane. Terracciano in ogni modo ha fatto benissimo quando è stato chiamato in causa.

Le mie esperienze all'estero? Nella vita tutto ti insegna sempre qualcosa. All'Arsenal è stato molto bello, grande concorrenza in un campionato affascinante. Venivo da 10 anni di titolarità e per la prima volta rimasi in panchina una stagione. Mentre allo Sporting Lisbona tutto è andato storto, avevano preso Mihajlovic ma dopo 10 giorni lo cacciarono per divergenze. Dopo si sono susseguiti tanti malintesi ed incomprensioni.

Forse la mia più grande emozione sul campo da calcio l'ho provata durante il mio esordio in nazionale maggiore a Firenze. Affrontavamo le Isole Faroe, in quel momento ho realizzato un sogno ed un obiettivo che mi ero prefissato. Inoltre sugli spalti c'era anche mia nonna che mi venne a vedere per la prima volta da vicino, una serata speciale davanti a tante persone che porto nel cuore."

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