La Divina Provvidenza ha voluto che due giorni fa Milenkovic fosse al posto giusto dopo quasi 8 minuti di recupero. Per ben due volte, prima e dopo la partita col Genoa, Mister Prandelli ha sottolineato l'assenza nella rosa della Fiorentina di un giocatore "determinante nella profondità", "che strappa la palla e la porta in area". Il riferimento è a Federico Chiesa, l'Innominato che ha rinnegato la fede viola ed è volato via verso altri lidi. La donabbondiesca riverenza di Prandelli nel non fare il nome dell'ex numero 25, però, nasconde un fondo di verità, perché è sotto gli occhi di tutti che la Fiorentina fa una fatica bestiale nel saltare l'uomo, che poi è il modo più semplice e spettacolare per portare la palla in area di rigore. E questo Chiesa lo faceva, ora bene ora meno bene, ma lo faceva.
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Questa retrocessione non s’ha da fare. Se non coi singoli, la Fiorentina si salvi di squadra
Le considerazioni di Prandelli danno modo di riflettere sull'attualità in casa Fiorentina
Ricordi destinati a rimanere tali?
Eppure qualche nome buono per tentare l'uno contro uno la Fiorentina ce l'avrebbe. Ribery e Callejon, i bravi della situazione, si stanno dimostrando sempre meno bravi in un fondamentale, quello del dribbling, che li ha resi famosi durante tutta la carriera. La condizione fisica è un fattore non trascurabile quando devi lasciare sul posto l'avversario, ma è evidente che ora come ora nessuno dei due sta bene, entrambi si perdono in garbugli difficili da azzeccare. E allora ecco che aumenta il rimpianto per non essere riusciti a portare a Firenze Don Rodrigo, quel De Paul che guida la classifica dei dribbling riusciti in Serie A con 27 esecuzioni a buon fine.
Chi andasse a consultare tale classifica, troverebbe sì che ci sono solo 4 giocatori viola tra i primi 100 (Amrabat, Ribery 18esimo, Castrovilli 27esimo e Lirola 84esimo), con i numeri del francese e del pugliese in netto calo rispetto all'anno scorso, ma noterebbe senz'altro che il giocatore marocchino è quarto, con appena cinque successi in meno rispetto a De Paul. Amrabat, però, esegue dribbling di slancio su giocatori che lo pressano senza un'area di rigore da difendere, senza cioè la consapevolezza che venir saltati significa concedere un'occasione. Dribblare un attaccante o un trequartista che cerca solo la palla è ben più facile che saltare un mediano o un difensore. Dunque Prandelli ha ragione: manca chi crea superiorità numerica in zone pericolose.
La soluzione
Facile a dirsi: arrivare in area con il fraseggio oppure con i cross, in attesa che la forma fisica di Callejon e Ribery migliori. La prima opzione è complicata, specie quando si affrontano squadre come il Benevento (lo abbiamo imparato a caro prezzo), mentre la seconda presuppone la disponibilità di buoni crossatori e ottimi finalizzatori. E se i primi non mancano, Biraghi su tutti, dei secondi non c'è nemmeno l'ombra... almeno per il momento. Il mercato di gennaio è alle porte, cominciano già a circolare i nomi per l'attacco gigliato.
Un patrimonio da non sprecare, una volta salvi
Ne I Promessi Sposi, Renzo e Lucia vengono soccorsi da Fra Cristoforo e riescono, alla fine, a vivere felici insieme. Qui a Firenze di Cristoforo ne abbiamo già avuto uno e non è stato proprio provvidenziale, ma in questo caso il salvatore risponde, o potrebbe rispondere, al nome di Riccardo Sottil, in prestito al Cagliari, che nella classifica di cui sopra è terzo con 23 giocatori dribblati in 10 partite. Pradè è stato chiaro, la Fiorentina punta molto su di lui, e se l'ha lasciato partire è stato solo per farlo crescere in un ambiente tattico meno pestilenziale, per un'ala, di quello di Iachini; tuttavia, Riccardo sta andando benissimo nell'isola, e al momento è in tutt'altre faccende affaccendato: la sua squadra non potrà riprenderselo prima di giugno. Per cui, a meno che non arrivi un altro funambolo da qui a un paio di mesi, i viola dovranno risciacquare i panni (sporchi) in Arno e salvarsi con prestazioni di squadra.
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