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Sohm, strapagato a chi? Gol e assist, così Pioli vuole farne un pilastro viola

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Un grande inizio per allontanare tutte le voci negative che arrivano da Parma. Simon Sohm può essere la rivelazione viola
Alessio Vannini

Che Simon Sohm potesse essere fin da subito un uomo importante per Stefano Pioli lo potevamo dedurre dalla grande convinzione con cui il tecnico emiliano lo ha voluto con sé a Firenze. Certo è, che un approccio così forte e determinato nei meccanismi viola da parte dello svizzero era tutto fuorché scontato. L'arrivo da Parma, con le conseguenti critiche di tifosi e addetti ai lavori crociati, sul prezzo pagato dalla Fiorentina sono state subito spazzate via dalle parole del classe 2001 nella conferenza stampa di presentazione al Viola Park e, soprattutto, dalle due prestazioni con cui si è fatto conoscere nel mondo viola.

Un calcio alle critiche

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La personalità con cui si è presentato ad Old Trafford, "Teatro dei Sogni" per chiunque nasca con la voglia di giocare a pallone, dopo appena pochissimi allenamenti con la squadra ha sorpreso tutti e il gol, di pregevole fattura segnato all'ottavo minuto, ha lasciato negli occhi di tutti la sensazione di come, oltre ad un centrocampista "box to box", capace di recuperare palla e inserirsi in area, potrebbe esserci di più. Lo stesso Sohm, nella conferenza di qualche giorno dopo ha fissato il suo obiettivo personale: "Vogliamo fare una bella stagione con tante vittorie. Vogliamo fare bene anche in Conference. Personalmente dovrà alzare il numero di reti segnate in stagione". Unito all'amore verso Yaya Touré, suo idolo e fonte di ispirazione, dovrebbe lasciare ben sperare tutto l'ambiente viola.

Non solo parole

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Si sa, però "a parole sono bravi tutti", come dice un famosissimo detto popolare. Dopo la bella prova di Manchester e la conferenza stampa, dove alla domanda sull'alta valutazione e le critiche da Parma ha risposto così: "Non mi frega nulla delle reazioni di chi pensa che sono stato pagato troppo. Il mio obiettivo è fare più gol e assist possibile, il resto non è importante." Con la Japan University è arrivata anche la riprova. Inserimento sulla fascia destra e cross basso perfetto da spingere solamente in porta. Primo assist in viola, dopo la prima rete di cinque giorni prima. E gli assist potevano essere due, con quella bella palla in verticale per Dodò nella ripresa. Altra prova convincente, soprattutto se paragonata a quella di altri titolari e nuovi segnali positivi per un giocatore arrivato a Firenze con un bel peso sulla schiena.

Uno scudo per Fagioli

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Il compito di Simon Sohm non sarà per niente facile, visto l'attuale schieramento con due centrocampisti e tre attaccanti non proprio propensi alla fase difensiva. Il suo ruolo, dovrà essere quello di collante tra attacco e difesa, "difendendo" Fagioli e permettendogli di far girare il pallone il più possibile. Certo, lo aiuteranno le sue doti da moderno centrocampista box-to-box, che hanno messo in mostra corsa, resistenza e precisione nei passaggi e nei tiri. Oltre alla grande forza fisica e aggressività con cui dovrà lottare su ogni pallone in tutte le zone del campo, cercando di spingere il baricentro della propria squadra più in alto possibile.

La voglia di alzare l'asticella e il numero 7

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La cosa che ha subito impressionato tifosi e addetti ai lavori e la volontà e la grande consapevolezza di poter alzare l'asticella della Fiorentina. Le sue prime parole al Viola Park sono state: "Secondo me la Fiorentina è l'ideale per crescere, voglio aiutare la squadra a crescere. La mia idea è arrivare in Champions League, questo è il mio obiettivo". Parole importanti e che hanno fatto riflettere in molti sulla buona volontà del suo acquisto e del progetto viola. Qualcosa ancora dal mercato servirà, come detto dallo stesso Pioli, ma la sicurezza degli obiettivi da parte dei nuovi acquisti non potrà altro che aiutare la crescita totale del gruppo.

Il numero scelto da Sohm, potrebbe aiutarlo nell'allontanare ancora di più le critiche piovute da Parma, visto che il 7 a Firenze, negli ultimi anni è stato vestito da giocatori come Sottil, Jovic, Callejon e Ribery. Non proprio dei calciatori che hanno lasciato un segno indelebile alla Fiorentina. Cosa che, speriamo, possa fare il centrocampista svizzero classe 2001.