La storia di Dia Saba, il talento del Maccabi ceduto per un post sulla guerra

Affrontare il Maccabi Haifaovviamente va oltre l'aspetto sportivo. La guerra in Israele ha cambiato gli scenari di un intero continente, e a livello calcistico la squadra avversaria dei viola non è potuta rimanere nel limbo. La tifoseria del Maccabi è principalmente ebrea, e tutto ciò ha avuto conseguenza per Dia Saba, ormai ex giocatore dei verdi. Saba era uno dei principali talenti del Maccabi, con 8 gol in 19 partite, fino allo scoppio della guerra

Una storia Instagram può cambiare tutto

Il Washington Post ha raccontato la vicenda di Saba. Il ragazzo, palestinese, ma perfettamente integrato nella squadra e nella città ha vissuto una vicenda che ben racconta la situazione. Il Maccabi raccoglieva calciatori sia ebrei che palestinesi, e non solo. Ma pochi giorni dopo l'attacco di Hamas, e la risposta di Israele su Gaza la moglie del calciatore ha postato una storia sui social. Dove recitava: "Ci sono bambini anche a Gaza". Immediatamente migliaia di commenti si sono riversati su Saba, accusato di sostenere Hamas. Un simbolo della squadra israeliana Yaniv Katan, in radio ha chiesto che il calciatore non giocasse più per il Maccabi. Successivamente il calciatore si è scusato, ma è stato tutti inutile. Un membro del club ha dichiarato che i tifosi locali sono molto influenti, e in caso di scontro con un giocatore, quest'ultimo non ha più potere. Alcuni giocatori hanno manifestato la propria solidarietà con il compagna, ma non è servito. Saba è stato messo fuori squadre per le successive partite. E a gennaio si è trasferito negli Emirati Arabi Uniti e ha lasciato quindi il paese. Una storia che racconta il momento, calcisticamente, del Maccabi Haifa, e di tutta la zona interessata

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