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Gudmundsson, il giorno più lungo. Euforia post Milan, proviamo a essere equilibrati

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Questa per me è la miglior Fiorentina dell’era Commisso e la vittoria con il Milan deve diventare un nuovo inizio. Un percorso nuovo e diverso dalle prime, incerte partite di inizio stagione
Enzo Bucchioni Editorialista 

È il giorno più lungo per Gudmundsson. Oggi i giudici islandesi dovrebbero emettere la sentenza sulla presunta “cattiva condotta sessuale” del giocatore viola nei confronti di una ragazza sua connazionale. Gud era già stato assolto, questo è un processo-bis celebrato nello scorso mese di settembre a Reykjavik. Difficile dire che aria tiri da quelle parti o fare previsioni, l’ex genoano si è sempre dichiarato innocente, è apparso sereno e mai preoccupato, però di fronte a una vicenda simile l’ansia non manca. Anche da parte della Fiorentina, ovviamente.

Se è vero che l’accusa pendente ha agevolato l’arrivo di Gudmundsson a Firenze a scapito di società più grosse che l’avevano cercato, e che la società viola si è tutelata nel contratto di acquisto con il Genoa, tutti non vedono l’ora che si metta la parola fine. Con la testa finalmente sgombra, libero da tutti i pensieri negativi, l’islandese potrà così completare serenamente il suo inserimento nei meccanismi di Palladino e soprattutto arrivare al top della condizione. S’è già vista la qualità del giocatore, nei tabellini è a tre gol segnati in tre gare, ma dal punto di vista delle prestazioni sappiamo che può dare molto, ma molto di più.


A Genova abbiamo ammirato un tuttocampista capace di fare gol e assist, ma pure moto continuo in tutte le zone del campo che rende difficile marcarlo e limitarlo. Quando arriverà il vero Gudmundsson a legare il centrocampo con l’attacco, sarà più facile anche per l’allenatore far girare la Fiorentina come ha in testa e come tutti sperano. Vengo dunque al punto.

Come sempre succede sotto queste latitudini, a qualcuno non è bastato elogiare l’ottima prestazione che ha portato alla vittoria sul Milan, non è stato sufficiente sottolineare la prima vera prestazione “da squadra”, con sofferenza, ma coesione e personalità. È andato oltre. C’è chi ha parlato di Champions, tanto per non farsi mancare niente. Dalla paura di un’annata da zona destra della classifica all’euforia sfrenata, tutto in una notte. Vogliamo invece provare, almeno per una volta, a essere equilibrati?

Proviamoci. L’equilibrio ci porta così a sottolineare i meriti della Viola, ma anche segnalare i problemi non risolti, a dire che il percorso da fare per arrivare dove tutti sperano è ancora lungo. Di sicuro una prestazione come quella con il Milan aiuterà la crescita del gruppo, soprattutto a livello psicologico e darà una mano all’allenatore che adesso può lavorare con meno ansie. Siamo appena all’inizio, adesso servirà in primis la continuità di risultati e di prestazioni, a cominciare dall’insidiosa trasferta di Lecce dell’ex Corvino.

Il Milan ci ha svelato chiaramente anche il calcio che Palladino ha in testa. Per dare solidità alla sua squadra, visto che la difesa a tre è stata rigettata, sta optando per un calcio più pratico, molto italiano, fondato sulla difesa bassa e le ripartenze in campo aperto. Due linee da quattro, più un trequartista che aiuta anche nella fase difensiva e un attaccante. Benissimo così. Da qui però bisogna evolvere perchè non sempre si troveranno squadre come il Milan che attaccano, che devono fare la partita. Mi aspetto una crescita soprattutto nella fase di possesso palla quando gli spazi saranno pochi. In organico ci sono molti giocatori di grande qualità come il già citato Gudmundsson, ma anche Colpani che deve crescere, lo stesso Adli.

E così questo 4-4-1-1 con fluidità all’interno della stessa partita potrà evolvere in un 2-4-1-3 con Gosens e Dodò che avanzano, Bove che scala in mezzo e Adli che accompagna Gud, Colpani e Kean. Ma dovrà aumentare anche l’efficacia delle catene, soprattutto a destra. Se cresce Colpani sarà più facile trovare la strada libera anche per Dodò. E la crescita dovrà comportare pure l’utilizzo dell’intera rosa per trovare soluzioni nuove e rotazioni, visto che in panchina oggi restano giocatori di livello come Beltran, Richardson, Kouamè e Mandragora (quando torna), giovani con Kayode e Parisi che erano nel giro della nazionale, ma anche gli stessi Sottil e Ikonè che l’allenatore ha voluto tenere e dovrà saper motivare e sfruttare. Ma anche in difesa Quarta e Biraghi sono comunque risorse in attesa del recupero di Pongracic.

Dopo aver ricordato il fuoriclasse De Gea, dico tutto questo per sottolineare ancora una volta che questa per me è la miglior Fiorentina dell’era Commisso e la vittoria con il Milan deve diventare un nuovo inizio. Un percorso nuovo e diverso dalle prime, incerte partite di inizio stagione. Come già sottolineato Palladino ha fatto delle scelte nette, ha ripudiato (per ora) la difesa a tre, ha preferito il giovane Comuzzo che difende meglio di Quarta, ha escluso il capitano Biraghi per un nazionale tedesco come Gosens, ha capito che un centrocampista in più (Adli) porta qualità e quantità. L’allenatore ha capito soprattutto che serviva coraggio per uscire da una situazione difficile e il coraggio l’ha trovato.

Sono queste le cose che devono far felici la tifoseria, il carattere e la compattezza, la certezze che con un organico simile i risultati arriveranno, e la scoperta di un allenatore duttile e capace di leggere le situazioni. L’orizzonte nero è diventato azzurro, ora stiamo alla finestra per vedere il sole… Ma non posso non riparlare di Italiano e di quanto poco abbiano capito del suo enorme lavoro molti tifosi fiorentini. Uno dopo l’altro Palladino ha fatto fuori tutti o quasi i giocatori che aveva Italiano, domenica ne sono rimasti soltanto tre e uno di questi (Dodò) l’anno scorso ha pagato duramente l’infortunio, al suo livello non c’è mai stato. I nuovi arrivati sono tutti più forti, saranno i titolari e pensare che Italiano ha comunque conquistato tre finali e sei semifinali…

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