A margine della presentazione di Verdú ha preso la parola anche Daniele Pradè. Tantissimi gli argomenti toccati in oltre un'ora di confronto:
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Pradè: “Squadra competitiva, a gennaio un difensore. Per Mexes era tutto fatto. Joaquin…”
Le parole del direttore sportivo viola
"Non riesco a capire perché ci sia questa ipercriticità per tutto quello che facciamo, nell'arco di questi anni la proprietà dei Della Valle ha messo nella Fiorentina 320 milioni di euro, la nostra è una società che programma. Non c'è mai neanche il pensiero di un eventuale rientro in termini economici. Sono molti meno i giocatori che dicono di "no" alla Fiorentina rispetto a quelli che vorrebbero venire. A Torino abbiamo perso ma non c'è una sola persona che non ci abbia fatto i complimenti; io nell'intervallo ho pensato, tra me e me: "Chissà dove può arrivare questa squadra...", poi però la ripresa ci ha un po' ridimensionato.
Questo è il 4° anno in cui io sono qui, abbiamo raggiunto traguardi importanti mettendoci alle spalle molte squadre nell'arco di 3 campionati. Alcune cose hanno bloccato il mercato, come la non cessione di Gomez che è andato via solo in prestito, ma siamo andati avanti. Rebic, Roncaglia e Vecino devono essere considerati nuovi acquisti; abbiamo trattenuto Bernardeschi e Babacar e questo non è affatto poco, la squadra non si è indebolita. L'italianizzazione non è arrivata? Non è vero, abbiamo tanti giovani italiani che potranno fare bene in futuro.
L'obiettivo di quest'anno è fare bene. Da parte del tifo vedo una grande complicità, contro il Milan c'erano 35.000 persone allo stadio e abbiamo raggiunto quota 21.000 abbonamenti. Non sento alcun distacco con i tifosi, la famiglia Della Valle non sta disinvestendo. Noi avevamo una base già solida rispetto agli altri, non ci serviva un mercato pirotecnico. Errori di comunicazione? Può darsi che ci siano ma miglioreremo per limitarli.
Siamo corti in difesa? Può darsi, ma anche quella è stata una scelta presa con l'allenatore e condivisa. 2 colpi erano ad un passo dalla chiusura: l'operazione Mexes per esempio era già definita, aveva già scelto la scuola per i bambini ma poi non è andata in porto. Denayer invece ha preferito giocare la Champions League. Ci sono altri 2 nomi ma non li dico perché tenteremo di prenderli a gennaio, un difensore arriverà senz'altro e poi punteremo su un altro centrocampista centrale, ne abbiamo già opzionato uno. Se ci sono tanti ex viola a giro per l'Italia vuol dire che abbiamo lavorato bene noi.
Montella e Joaquin? Con Vincenzo abbiamo portato avanti un percorso importante insieme, abbiamo perso un top-allenatore ma lo abbiamo sostituto con un altro top-allenatore; non c'è stata una sola decisione non condivisa con Paulo. Joaquin non è mai stato messo sul mercato, è un giocatore di 34 anni con una personalità fortissima. Voler tornare al Betis a giugno sarebbe stato giusto, mostrare questa volontà il 10 d'agosto è un po' diverso. Tuttavia posso assicurare che se non avessimo trovato uno come Kuba per sostituirlo, Joaquin sarebbe rimasto, a costo di perderlo mentalmente.
A quanto è stata chiusa la trattativa per Joaquin? Non me lo ricordo, perché c'è una base e tante variabili, in ogni caso è soddisfacente, anche in relazione all'operazione per Kuba, fino a 20 giorni fa il polacco non era nei nostri pensieri e il Borussia Dortmund voleva monetizzare, siamo stati bravi a sfruttare l'occasione giusta. I contratti nuovi per Babacar, Bernardeschi, Diakhaté (su di lui ci siamo quasi) e quello che stiamo facendo per Alonso valgono come nuovi acquisti.
Sappiamo anche di dover sistemare le situazioni di Mati Fernandez e Vecino. Pizarro? Non c'è mai stata la possibilità di un suo ritorno. La Fiorentina non ha mai chiesto a Rossi di ridursi l'ingaggio, abbiamo solo pensato a spalmarlo e cambiare bonus e parte fissa. Non abbiamo ceduto Vecino davanti a offerte importanti e siamo riusciti a trattenere Ilicic nonostante l'interesse di molti club europei. Tutti i nostri giocatori sono stati richiesti, abbiamo ricevuto offerte ufficiali per Tomovic, Mati, Alonso e altri. Se c'è il rischio di ritrovarsi Gomez in rosa a fine stagione? Sì, ma faremo del nostro meglio per la sua situazione.
La dirigenza? E' stata un'estate difficile per tutti ma tra di noi c'è sempre stato il massimo feeling. Il fair play finanziario? Noi abbiamo capito come funziona, sono gli altri che forse non l'hanno ancora capito. L'operazione Kalinic è stata difficilissima perché prendere un giocatore dall'Ucraina è davvero complicato.
Il nuovo stadio è un impegno prioritario della famiglia Della Valle ma per approfondire la questione sarebbe più opportuno parlare con il presidente esecutivo Mario Cognigni. Coperta corta in difesa? Abbiamo almeno 3 giocatori (Tomovic, Roncaglia e Astori) che possono ricoprire più ruoli. Ci sono almeno 6 società che hanno un fatturato maggiore rispetto a quello della Fiorentina ma a noi questo non interessa, alcuni club hanno fatto più scommesse di noi, io preferisco le certezze.
Cercheremo in ogni modo di restare in Europa, con l'ICC abbiamo visto quanta stima ci sia per noi fuori dall'Italia. La Fiorentina vuole stare tra le grandi e lo ha già dimostrato. Il monte ingaggi? E' stato ridotto ma per calcolare la percentuale c'è da considerare anche i rinnovi di contratto e varie cose, comunque è stato ridotto meno del 30%. Non sto valutando gli svincolati, il mercato è chiuso".
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