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Corvino: “Sono tornato per vincere qualcosa, con Sousa grande sintonia, su Rui Costa…”

"Nel calcio si fa sul serio, ma questi sono momenti che vorresti non terminassero mai. Ripartiamo da proprietà e tifoseria. Con Sousa non abbiamo parlato solo di calcio, ma anche di altro"

Stefano Fantoni

Dopo l'annuncio ufficiale dei giorni scorsi, quest'oggi Pantaleo Corvino è in sala stampa per la presentazione ufficiale alla stampa come nuovo direttore generale dell'area tecnica della Fiorentina. Nelle scorse ore il nuovo dg viola ha già rilasciato qualche dichiarazione al media ufficiale del club (LEGGI QUI). Segui in diretta testuale su VN e sul nostro profilo twitter le sue parole dal Franchi:

"In sala stampa ho visto tanti volti familiari. Nel calcio si fa sul serio, ma questi sono momenti che vorresti non terminassero mai, in cui ti senti in maniera meravigliosa a casa tua. È un sentimento che ho provato quando sono entrato al Franchi, nelle stanze che ho frequentato per sette anni e ora nel rivedere persone con cui ho condiviso momenti belli e di sofferenza.

Un grave momento della mia vita familiare mi ha portato a lasciare la Fiorentina. Da lontano ho visto andare in porto una barca tra acque agitate, ma questo fa parte del passato e non ne voglio parlare. Voglio iniziare dallo striscione della Fiesole quando sono tornato qui da avversario, o dalla telefonata del presidente Cognigni quando ho lasciato Bologna. Invece voglio iniziare ricordando quando sono arrivato qui undici anni fa, mettendo la sciarpa che mi ha dato un signor tifoso (Mario Ciuffi, ndr).

Poi ho pensato alla proprietà, una delle poche solide in Italia, da cui ho attinto tanti valori che mi porto appresso. Ripartiamo da un allenatore che è un valore aggiunto, ha portato in Italia qualcosa di importante, e con cui ho trovato una sintonia straordinaria. Partiamo da un gruppo di calciatori di alto livello, di cui Pradè è stato un grande fautore e per questo lo saluto. Ripartiamo da un settore giovanile, che ha continuato a lavorare sulle linee guide che ho dato sette anni fa. Ripartiamo anche da una tifoseria passionale, che dà tanta energia che se non ce l'hai la devi trovare. Con questi presupposti possiamo partire tutti insieme cercando di raggiungere qualche traguardo che manca.

Al mister ho detto che dobbiamo cercare di lottare per il vertice. Parlare di budget per il mercato credo sia fuori tema. Vogliamo mantenere il nucleo migliore della squadra. Quello che faremo sarà fatto nelle esigenze tecniche e seguendo il fair-play finanziario. Siamo tutti ambiziosi, dai tifosi all'allenatore fino alla proprietà, e mi aggiungo anche io. Mi piace stare dove c'è adrenalina e dove sto bene, se ci sono entrambe le componenti mi sento al massimo e alla Fiorentina credo di averle entrambe.

In passato siamo stati vicini a raggiungere qualche traguardo, come la Coppa Uefa e la Coppa Italia, o i quarti di Champions. Il mio sogno è quello di tutti, cioè arrivare primi in qualcosa. Servirà tanta energia e lavoro. Può essere un sogno creare una struttura che possa essere funzionale, in cui sarà presente un nuovo direttore sportivo, che sarà una figura che ho sempre seguito da lontano come Carlos Freitas. Passo da accentratore, ma chi mi ha visto lavorare sa che collaboro con tante persone. Stiamo cercando una figura che possa rappresentare la fiorentinità e che possa supportare me e la società nelle sedi competenti. Abbiamo contattato Martin Jorgensen per questo, per altre cose dateci tempo.

Italianizzazione rosa? Le regole impongono quattro giocatori del vivaio e quattro italiani. Analizzando la rosa mi è dispiaciuto non vedere tante soluzioni per selezionare questi giocatori. Bernardeschi è una risorsa del settore giovanile e della prima squadra, sarà per noi un patrimonio da cui ripartire.

Rui Costa? Manuel lo stimo per tanti motivi, ma essendo uno che lavora nel Benfica mai ci ho pensato né l'ho contattato. Volevo chiamarlo solo per capire se c'era qualche giocatore da prendere in considerazione, ma non mi ha risposto. Questo posso dirlo senza poter essere smentito. Laddove fosse possibile mettere figure che rappresentino la fiorentinità lo faremo, ma servirà l'uomo giusto al posto giusto.

Abbiamo tutti fame di obiettivi, sarà in uno o più anni non lo so. Avere una squadra con giocatori provenienti dal settore giovanile me lo auguro, come modello ho il Torino, ma lavoreremo per avere una squadra di vertice per raggiungere qualche traguardo.

Con Sousa non abbiamo parlato solo di calcio, ma anche di altro. Salutandolo gli ho detto: dobbiamo sentirci come due poveri contadini che uniscono le energie per lavorare al massimo. Ljajic? Con il mister ne parleremo in un'altra occasione".

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