Dopo la sosta per le Nazionali, per la Fiorentina è tempo di riaccendere i motori e proiettarsi sul campionato. Oggi è l'antivigilia del ritorno in campo per la delicata e importantissima sfida contro la Juventus. I bianconeri di Luciano Spalletti arrivano al Franchi sabato alle 18, nell'anticipo di campionato valido per la 12° giornata di Serie A. Al Viola Park dalle 12 ha preso la parola il tecnico della Fiorentina Paolo Vanoli, per la rituale conferenza stampa prepartita.

la conferenza
Vanoli: “Kean c’è, Gosens no. Bisogna capire che se ne esce solo da squadra”
Partita della svolta? "Non parlerei di prestazione della svolta, è la partita. Sappiamo quanto vale per i nostri tifosi, ho già avuto modo di dire che ci aspetta una strada lunga. Quello che vorrei vedere è un grosso impegno dai miei giocatori, la ferocia all'interno della partita. Non abbattersi nei momenti di difficoltà e reagire in quelli negativi. Non è la partita della svolta, ma vorrei che i miei giocatori si concentrassero sul presente, su fare bene oggi. Nella partita, azione dopo azione. L'umiltà dei vincenti è sapere dove sei oggi e dove i piccoli passi ti possono portare".
Preoccupazione? "Capire oggi dove siamo. A Genova c'è stato un piccolo primo passo, ma per ottenere grandi successi si sale come sulle montagne russe. Oggi non posso parlare e non dobbiamo pensare più in là di giorno dopo giorno. Per uscire da queste situazioni serve compattezza. Siamo una famiglia, tra staff medico, magazzinieri e collaboratori. E chiedo anche al popolo viola di esserci vicino per uscirne. Noi dobbiamo esserne i trascinatori. Non si può cambiare mentalità in due o tre giorni, ci vogliono piccole pillole".
Spogliatoio? "Ho trovato un gruppo che ha tanta voglia di dimostrare di uscire da questa situazione. L'ho visto nel lavoro che abbiamo fatto insieme in queste due settimane. Faccio i complimenti ai ragazzi, ma c'è l'aspetto importante che bisogna uscirne da squadra. Lasciare da parte l'io e cercare di far emergere il noi. Ci serve il sacrificio adesso, non il risultato, Per la mentalità c'è da lavorare, ma vedo anche la voglia di provare. Non dimentichiamo che questa è anche una squadra giovane. È importante la consapevolezza per uscirne, pensiamo ad allenarci bene e partita dopo partita".
Infortunati? "Gosens ha lavorato a parte, non ci sarà contro la Juventus. Sta facendo un buon lavoro. In Under 21Comuzzo e Fortini hanno giocato 90' su un campo davvero pesante. Niccolò l'ho visto anche da terzino puro e mi è piaciuto".
Il capitano? "Ci sono state critiche eccessive anche da parte delle televisioni importanti su Ranieri. Ho parlato con Luca, quello che dico qui a voi, lo dico anche ai calciatori. E gli ho detto che se fossi stato l'allenatore della Fiorentina a inizio anno anch'io gli avrei dato la fascia. È un esempio del lavoro, dal settore giovanile ha lottato e con energia e grinta si è conquistato un posto. Quando ero a Venezia chiamai Pradè per portarlo con me a giocare. Mi disse però che voleva vederlo in ritiro. Da lì si è conquistato tutto, per me non è in discussione la fascia a Ranieri. Oggi è giusto che prenda le critiche, sta sbagliando nei gesti in campo dove la gente non riconosce i valori per cui lui è il capitano. Oggi lui deve capire il perché si è preso questa fascia. Per me è lui e lo difenderò fino alla morte. Ogni giocatore è un pezzo importante di un puzzle. Non credo che cambiando capitano vinceremmo ogni partita, non voglio dare la colpa ad un ragazzo. Luca però deve capire come l'ha raggiunto, tornare a fare quello che lo ha reso capitano".
Kean? "È recuperato, ha avuto un problema alla tibia. Questa settimana ha ripreso gli allenamenti con noi ed è in gruppo. Per me è un giocatore completo, di grande valore. Può far reparto da solo, ma anche con una punta affianco. Il problema è metterlo nelle migliori condizioni, non sono legato a un sistema di gioco. Ha caratteristiche che noi dobbiamo sfruttare, ma può giocare con le due punte. I quattro attaccanti in rosa sono complementari, sono caratteristiche che si possono abbinare, mettendosi a disposizione del compagno. Non mi posso permettere di perdere nessuno, ho bisogno di tutti all'interno della partita".
Staff? "Cavalletto (il vice ndr) lo conoscevo da tempo, ha fatto grande esperienza a Padova con Farioli. Il mio staff lo completo sempre con alcune figure esterne, internazionali. Voglio essere sempre sul pezzo e avere opinioni diverse all'interno. Ecco perché ho portato Cristian (Ceballos ndr). Un ragazzo che ha giocato a Barcellona e Tottenham. Culturalmente mi piace avere uno staff internazionale, che sappia anche più lingue. Persone intelligenti e preparate. Nel calcio di oggi è fondamentale dialogare ed entrare in sintonia con i calciatori".
Juventus? "Incontriamo un allenatore che stimo, con Spalletti ho avuto il piacere di confrontarmi diverse volte. L'ultima quando lui era Ct della Nazionale e gli ho chiesto di Elmas da portare al Torino. Mi ha dato grandi spunti e grandi idee, è un grande allenatore. L'intelligenza sua è stata non entrare in corsa per stravolgere la squadra. Ha dei giocatori adatti ad esprimere meglio altri sistemi di gioco, come il 4-3-3 che è il suo dogma. Ha fatto un grandissimo campionato col Napoli vincendolo. Quando una squadra ha cambiato allenatore da poco è sempre pericoloso, perché ci sono poche partite da analizzare. Ho ammonito i miei giocatori sulla necessità di stare attenti, la Juve ha giocatori molto forti nell'1vs1, potrebbero passare a quattro dietro anche se gli mancherà Rugani".
© RIPRODUZIONE RISERVATA

