A Firenze lo sanno già da un bel po', precisamente dal 30 settembre 2018, il giorno di quel Fiorentina-Atalanta: le parole di un tecnico possono influire pesantemente sulla reputazione di un giocatore. E così Federico Chiesa, allora atteso dalla stagione della consacrazione, dovette fare i conti con il pregiudizio e l'accanimento, inghiottire il rospo e limitare alcuni atteggiamenti (per la verità comuni, nel mondo del calcio). Che poi l'Atalanta abbia beneficiato di alcune situazioni a favore di Gomez e compagni è cosa arcinota, succede sempre: oggi a me, domani a te, cambia solo il modo di accettare e commentare gli episodi a sfavore.
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Chiesa e Immobile, un tuffo… Nella verità. Stasera in campo il meglio che il calcio italiano ha da offrire
Stasera saranno uno contro l'altro. E l'unica cosa che possiamo augurarci - a parte ovviamente una vittoria della Fiorentina - è che non ci siano altre polemiche
La consacrazione di Chiesa, si diceva, è arrivata con un po' di ritardo, all'inizio di quest'anno, quando il giovane attaccante ha inanellato una serie di prestazioni che lo hanno portato ad essere considerato da molti "il miglior giocatore italiano del momento" (parole di Luca Toni, ma opinione di molti, addetti ai lavori e non). Il finale di stagione opaco della squadra non ha aiutato la sua crescita, ma poi è arrivato Rocco Commisso, ed è andata come tutti sappiamo. Adesso Chiesa guida insieme a Franck Ribery l'attacco di una squadra che ha velleità europee - ma guai a dirlo a Montella - e che stasera affronta la Lazio di Ciro Immobile.
Cos'hanno in comune? Due cose. Proprio la settimana scorsa, Immobile è stato la nuova vittima di Mister Gasperini, che gli ha riservato lo stesso trattamento: "furbata", termine non violento ma che in realtà nasconde pensieri ben più impuri. Il contatto con Palomino c'è stato, e Ciro si è guadagnato il penalty con mestiere, lo stesso mestiere che si trova dappertutto in giro per il mondo. La rabbia di Gasperini, splendido creatore di una meravigliosa realtà calcistica ma pessimo commentatore a caldo dopo il fischio finale, rischia di compromettere la serenità di questi due calciatori. Che oltretutto, e questa è la seconda caratteristica in comune, sono il meglio che il calcio italiano ha da offrire: Chiesa è potenzialmente inarrestabile, giovane, forte, con margini di miglioramento sconfinati e già un posto fisso in Nazionale; Immobile è di gran lunga l'attaccante azzurro con più gol nelle vene, forse meno adatto al gioco del CT Mancini rispetto a Belotti, ma imprescindibile in qualsiasi contesto per la sua pericolosità assoluta.
Stasera saranno uno contro l'altro. E l'unica cosa che possiamo augurarci - a parte ovviamente una vittoria della Fiorentina - è che non ci siano altre polemiche.
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