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VN – Fiorentina crociata: invenzione della tradizione o inutile polemica? Facciamo chiarezza

Ne abbiamo parlato col Prof. Salvestrini, docente di Storia Medievale ed esperto di storia municipale Fiorentina

Paolo Poggianti

La Fiorentina ha approfittato del 94° anniversario della propria fondazione per presentare la terza divisa: un omaggio, nelle intenzioni del club viola, alla Repubblica Fiorentina. Se, come emerge dal nostro sondaggio, la maggioranza dei tifosi ha apprezzato la scelta simbolica della società gigliata, non sono mancate le polemiche relative all'origine del riferimento. Per questa ragione abbiamo contattato il Professor Francesco Salvestrini. Docente di Storia Medievale all'Università di Firenze e presidente del corso di laurea magistrale in "Scienze Storiche". A lui, esperto di storia civica della nostra città, abbiamo chiesto un parere sulla vicenda.

La 3° divisa della Fiorentina si può dire davvero un omaggio alla storia di Firenze, come affermato dalla società in occasione della presentazione ai propri tifosi?

Il simbolo di Firenze è l'Iris, nemmeno il giglio, come erroneamente viene definito il giaggiolo. Poi è vero che la Repubblica aveva nel proprio vessillo una croce bianca - argento in termini araldici - in campo rosso. A questa però era contrapposta quella datasi dal popolo fiorentino, dalla parte borghese della città, che non a caso adattò uno stemma speculare: croce rossa in campo argento. La città da sempre si identifica nel Giglio, insieme al Marzocco.

C'è un fondo di verità dunque nelle parole di Sergio Salvi che parla di "manipolazione" recente che nasconde chiari obiettivi di propaganda, come quelli tipici dell'epoca fascista?

In parte è una polemica che ha un fondo di verità, sì. Ci sono simbologie e tradizioni molto meno antiche di quanto possiamo pensare, Firenze non fa eccezione. E' innegabile che in epoca fascista ci sia stata un'organizzazione volta a questo scopo: l'obiettivo era proprio quello di una reinterpretazione di colori, simboli e quant'altro potesse servire in chiave ideologica. I periodi fondamentali di questo processo sono proprio l'unità d'Italia e il ventennio fascista, accomunati dal fine strumentale di rimettere al centro il popolo. Come? Rivalutando la simbologia municipale, civica. Pensiamo ai Savoia e alla scelta del tricolore che condiziona fortemente anche questioni di tradizione locale come il Palio di Siena. La contrada dell'oca per i suoi colori, coincidenti con quelli del tricolore, usufruì di maggiori sovvenzioni, inimicandosi gli altri contradaioli.

Suggerisce che possiamo parlare di "invenzione della tradizione", riferendoci alla scelta della società gigliata?

Mi chiedo perché recuperare la croce, quando da sempre il simbolo universalmente riconosciuto per Firenze e la Fiorentina è il giglio. La croce è sì nel vessillo di San Giovanni Battista, ma è quella dei crociati. Assimilabile a Firenze tanto quanto ad altre realtà italiane: non certo una connotazione esclusiva fiorentina. Non è priva di riferimenti la scelta - intendiamoci - ma condivido le perplessità: perché "abbandonare" il giglio in favore di quello che è un simbolo marginale per Firenze? Fatta consapevolmente o meno è una scelta che finisce col rispolverare una connotazione religiosa della Repubblica fiorentina che non è così centrale nella propria storia.

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