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La solitudine del numero nove

I 27 minuti giocati a Genova hanno confermato che qualcosa deve essere rivisto perché in attacco la Fiorentina non punge

Saverio Pestuggia

Non è certo per i 27 minuti giocati a Marassi che scrivo queste righe, ma certamente il quarto di partita di Genova ha confermato quanto emerso in questa primissima parte di stagione. La Fiorentina nella migliore delle ipotesi gioca bene fino alla trequarti per poi diventare quasi impalpabile in area di rigore. La colpa è di Kalinic che non ingrana? Niente affatto, il croato non è scintillante come nei primi mesi della scorsa stagione, ma è sicuramente vivace e cerca di costruire qualcosa di interessante. Ma è tremendamente solo.

Per ora nei due sistemi di gioco presentati da Sousa, il 3-4-2-1 e il 4-2-3-1 il numero nove resta sempre isolato, troppo isolato. Raramente le sue azioni vengono accompagnate dai trequartisti alle sue spalle o dai centrocampisti che cercano di inserirsi dalle retrovie. Oggi in 27 minuti un tiro in porta su punizione di Ilicic. Borja schierato a sinistra (perché?) e Tello sulla destra non hanno mai impensierito la retroguardia genoana, né aiutato Kalinic.

Il problema è rappresentato da fatto che questo non è stato un caso isolato, ma la fotocopia delle partite precedenti. Cosa fare? Paulo Sousa ha sicuramente preso nota di tutto questo e saprà cambiare qualcosa o almeno velocizzare la manovra troppo lenta e leziosa di questa prima Fiorentina della stagione.

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