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Alle origini di Meli: “Bambino diverso dagli altri. Talento silenzioso con la testa sulle spalle”

Le parole del dg del Tau Calcio a VN: "Futuro? Credo che alla fine si aggregherà alla Primavera, ma il percorso è quello giusto"

Alessio Crociani

Dalla provincia toscana a Moena, con la prima squadra della Fiorentina. Questa la parabola di Marco Meli, giovanissimo talento classe 2000 che nel giro di poche ore incassa gli apprezzamenti di Stefano Pioli (LEGGI) e di Marco Sportiello (LEGGI). Per cercare di capirne di più sulla sua formazione e l'evoluzione repentina, Violanews.com ha contattato in esclusiva Antonello Semplicioni, direttore generale del Tau Calcio, club di Altopascio in cui Meli ha mosso i primissimi passi da calciatore. Si parte subito con una precisazione: "Ha iniziato in squadra che si chiamava Cascine di Buti (provincia di Pisa, ndr), era giovanissimo. Lo notammo in un torneo e lo portammo al Tau, dove ha fatto 2-3 stagioni. Parliamo di quello che allora era un bambino di 6-7 anni".

Lasciava intravedere le sue qualità già da piccolo?

"Marco è sempre stato un bambino 'diverso'. Era molto sveglio ma parlava poco. Fin da un'età giovanissima aveva il senso del gioco, usava già il passaggio verso il compagno. Non a caso lo facevamo giocare con i bambini del '98 e nonostante questo non aveva problemi a stare in campo".

Come nella vita di tutti i ragazzi, un ruolo fondamentale lo svolge la famiglia. Ha avuto modo di conoscerla personalmente?

"Ho conosciuto il padre, ha sempre seguito il ragazzo da vicino. E' un personaggio più chiacchierone rispetto al figlio, due caratteri molto diversi da questo punto di vista. Ricordo quando uno dei miei collaboratori mi chiamò per andare a vedere Meli per la prima volta. E' sempre stato un bambino con ottime qualità, anche a livello caratteriale. Ha talento e la testa sulle spalle. Ho avuto modo di seguirlo anche nella sua esperienza a Firenze e con il tempo ha messo su anche una buona struttura fisica".

C'è un aspetto tecnico del giocatore che l'ha colpita fin da subito?

"Non mi sbilancio perché era troppo piccolo ai tempi, anche se già allora aveva il senso del gioco. Ha ottime qualità ma non saprei indicarne una in maniera specifica. Per quanto riguarda il ruolo, posso dire che gioca bene sia da esterno d'attacco che da seconda punta".

Secondo lei è già pronto per il salto definitivo in prima squadra o forse sarebbe meglio uno step intermedio in Primavera?

"Anche noi abbiamo festeggiato la convocazione per il ritiro di Moena, ma credo che alla fine si aggregherà alla Primavera. Anche solo allenarsi con la Prima Squadra per lui vuol dire tanto, questo è il percorso giusto per la sua crescita".

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