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Inter regina del mercato: dettagli economici e incognite

Il punto economico sui soldi spesi dall'Inter

Saverio Pestuggia

Inter e Roma sono state indubbiamente le “regine” del mercato. Entrambe destinatarie delle sanzioni per il fair play finanziario sancite dalla Uefa hanno messo in atto una strategia giuridico/finanziaria che ha permesso di dilazionare nel prossimo biennio gli esborsi. A patto di riconquistare la sempre più remunerativa qualificazione in Champions. Leggiamo cosa scrive il giornalista del Sola24ore Marco Bellinazzo nel suo blog a riguardo dell'Inter

Il club di Erick Thohir e Roberto Mancini quest’estate ha rivoluzionato la rosa, sorprendendo per decisionismo e puntualità degli interventi andati a colmare gran parte dei gap tecnici evidenziatisi in questi anni. Come detto, Ausilio e gli altri dirigenti nerazzurri sono riusciti a spostare nel tempo una fetta consistente degli impegni finanziari, ricorrendo non solo alle rateizzazioni. L’impegno per l’esercizio 2016 concordato con la Uefa è di un deficit massimo di 30 milioni e di nessun deficit per l’esercizio 2017. L’Inter inoltre deve ridurre i costi per il personale e gli ammortamenti. Parametri in base ai quali dovranno essere verificate le operazioni messe a segno questa estate.

Ora, la campagna acquisti, ragionando “per cassa”, vale a dire sui soldi che entrano ed escono con riferimento a questa stagione (e al relativo bilancio) dalla cassaforte dell’Inter, si è conclusa con un mini-deficit pari a poco più di 3,5 milioni. Circa 90 milioni sono stati spesi per gli acquisti, tra gli altri, di Kondogbia (30 milioni), Perisic (18), Murillo (8), Felipe Melo (3,7), Adem Ljajić (1,75), Jovetic (3) e Miranda (3). Mentre ne sono stati incassati poco più di 85, attraverso le cessioni illustri di Hernanes (andato alla Juventus per 11 milioni più 2 di bonus), Kovacic (35) e Shaqiri (15) e quelle dei tanti giovani calciatori allevati nel vivaio (Crisetig, Krhin, Obi, Mbaye, Benassi, Bianchetti). Tuttavia, nel bilancio parallelo del mercato nerazzurro vanno calcolate le somme dilazionate attraverso il ricorso alla formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto (per Jovetic di 18 mesi con un costo di 15 milioni) ovvero con il diritto del riscatto (Miranda, prestito biennale e 10 milioni), Montoya (10), Ljajić (11), Telles (10,5): se, in effetti, il club di Thohir dovesse esercitare tutte queste opzioni dovrebbe sborsare altri 50 milioni. L’utilizzo di queste formule permetterà di contenere la quota di ammortamenti come richiesto dalla Uefa. Dovrà essere controllato invece il livello del monte salari.

Considerando l’obbligo di restituzione del debito contratto con Goldman Sachs per 230 milioni scattato dal luglio 2015 (tre milioni a trimestre più l’accontanamento della quota capitale in vista della maxi-rata finale da 184 milioni da versare entro il 30 giugno 2019 e quello di contenere il deficit entro i 30 milioni nel 2016 (l’esercizio 2014 si è chiuso di fatto con un rosso di 100 milioni), sarà indispensabile l’approdo in Champions. Sia per gli introiti derivanti dalla partecipazione (40/50 milioni), sia per la valorizzazione del brand interista, perno del progetto di espansione commerciale della nuova proprietà.