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STORIE VIOLA: 1988, il Franchi rende omaggio ad Antognoni. E venerdì torna Borja Valero…

Il 21 febbraio 1988 Antognoni torna a Firenze da avversario dopo il suo passaggio al Losanna. Venerdì tornerà Borja Valero: quale accoglienza per lo spagnolo? VOTA IL SONDAGGIO

Pier F. Montalbano

Un brivido che corre lungo la schiena uscendo dal tunnel degli spogliatoi e salendo le scale che portano al terreno di gioco, emozioni forti e ricordi ripensando agli anni (cinque) vissuti con la maglia viola cucita addosso e l'affetto smisurato dei tifosi che lo hanno sempre sostenuto e identificato come uno di loro. Venerdì sera Borja Valerotornerà per la prima volta al Franchi da avversario, dopo che il destino esattamente un girone fa ha voluto che Inter e Fiorentina si trovassero di fronte alla prima giornata di campionato. Lui che si era tatuato addosso Firenze e i colori viola e che insieme alla compagna Rocio si era lasciato incantare dalla città nella scorsa estate si è trovato dall'altra parte della barricata per la gioia di Spalletti, che finalmente avrebbe potuto allenare il calciatore chiesto a più riprese anche quando era alla Roma.

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Tra Borja Valero e Giancarlo Antognoni il paragone – con tutto il rispetto e la stima per lo spagnolo – non può reggere, vista la dedizione e l'attaccamento dimostrato dall'Unico 10alla causa viola. Un amore durato quindici anni, record di presenze sbriciolato e tutt'ora imbattuto e una venerazione proseguita anche quando la sua carriera da calciatore viola si interruppe nell'estate del 1987 quando Antonio fece le valigie e si accasò al Losanna.

Il 17 maggio di quell'anno Antognoni recitò l'ultimo atto in maglia viola, ma il suo mito non si è mai interrotto. Contro l'Atalanta arriva una vittoria per 1-0 che relega i bergamaschi in Serie B e colloca la Fiorentina al nono posto chiudendo un'annata piuttosto complicata e segnata da tanti problemi fisici. Trentatre anni e un corpo provato dai numerosi infortuni avevano costretto l'Unico 10 ad arretrare la sua posizione in mezzo al campo e Sven Goran Eriksson, l'allenatore svedese che sarebbe arrivato per la stagione successiva, non prevedeva l'utilizzo di un regista. Il capitano accetta così la ricca offerta degli svizzeri (1,2 miliardi in 2 stagioni rispetto ai 300 milioni offerti dai Pontello per l'ultimo anno da calciatore più altri 400 per due anni da dirigente) e saluta Firenze dopo un'epopea lunghissima e costellata di gioie&dolori.

Il 18 giugno Antognoni è in Svizzera e chiude insieme al suo procuratore e amico Mario Morgante la trattativa con il Losanna. Debutterà due mesi dopo, quando un pezzo di Curva Fiesole tinge di viola la “capitale” Olimpica e gli tributa il giusto saluto. Alcuni tifosi - in aperta contestazione con la proprietà - fonderà addirittura un Losanna Club a Firenze per rimarcare l'affetto e la devozione verso Giancarlo. Nel febbraio del 1988 verrà inoltre disputata un'amichevole tra la Fiorentina e gli svizzeri, l'ultimo cameo della bandiera viola sul prato di Campo di Marte. Finirà 1-1 e, segno del destino, proprio lui segnerà da avversario: per la prima e unica volta i 40000 giunti al Franchi per l'occasione esultano per un gol della squadra rivale, ma lo fanno per omaggiare il campione e l'uomo. Perché Borja Valero è stato uno dei giocatori più rappresentativi degli ultimi anni, ma Antognoni è per sempre.

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