In estate, in pochi pensavano che a comporre la mediana della Fiorentina sarebbero stati Milan Badelj e Matias Vecino. Con l’arrivo di Mario Suarez, un posto nel cuore del centrocampo sembrava dovesse spettare allo spagnolo. Questa prima parte di stagione, però, ha raccontato altro. L’ex Atletico Madrid non è riuscito ad integrarsi nella squadra e un suo addio a gennaio non è un’ipotesi da escludere.
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Quantità e qualità, ma con la mira da aggiustare
Badelj e Vecino hanno disputato un’ottima prima parte di stagione, ma devono migliorare in fase realizzativa
Il croato e l’uruguaiano, invece, rappresentano due di tante note positive della formazione gigliata. Badelj e Vecino assicurano quantità, qualità e corsa allo stesso tempo. Dai loro piedi passa la manovra viola. Il primo è l’architetto del centrocampo, l’equilibratore fatto a persona. Il cambio di passo dalla scorsa stagione, quando in molti nutrivano dubbi sulle sue capacità, è stato netto e deciso. Il secondo non è più una sorpresa ormai, sembra alla Fiorentina da una vita. La loro annata, fin qui, è stata ottima. Unica pecca: la scarsa vena realizzativa.
In due hanno segnato appena un gol, quello di Badelj contro l’Udinese. In quella circostanza il tocco vincente fu di Kalinic, ma la Lega decise di assegnate la rete all’ex Amburgo (LEGGI QUI). Una marcatura, quindi, abbastanza fortuita da parte di Milan. Vecino, invece, è ancora alla ricerca del suo primo timbro in maglia viola. In alcune partite, per di più, si è messa di mezzo anche la sfortuna: vedere il legno colpito contro la Roma. Il classe 1991 prova spesso il tiro dalla distanza, giocata che sarebbe servita come il pane durante la gestione di Vincenzo Montella. Una prima “avvisaglia” di questo sua dote l’avevamo intravista in estate nell’amichevole di Londra contro il Chelsea, con una botta tremenda da fuori area stampatasi sulla traversa. La personalità non manca di certo a Matias che si meriterebbe il gol alla luce delle belle prestazioni offerte fin qui.
I due mediani, comunque, possono migliorare su quest’aspetto. Devono aggiustare la mira, in modo da assicurare qualche rete in più alla Fiorentina. Anche perché, molto spesso, i tiri da lontano si rivelano l’unica “arma” per sbloccare una gara complicata, magari contro squadre tecnicamente inferiori e con quasi tutti i giocatori posizionati dietro la linea della palla. La “diga viola”, però, avrà tempo di togliersi tante soddisfazioni personali.
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