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Quando una “genialata” di Robotti fece infuriare il Torino

Riviviamo l’importante successo casalingo della Fiorentina (di verde vestita) contro i granata nella stagione 1961-62

Stefano Niccoli

La Fiorentina vestita di verde, ad alcuni, potrebbe sembrare fantascienza. Niente di più sbagliato, però, perché con quel colore la squadra toscana vinse per 2-0 contro il Torino, prossimo avversario dei ragazzi di Paulo Sousa, il 3 dicembre 1961 a Firenze.

Nel campionato 1961-62 le due formazioni si affrontarono alla quindicesima giornata, con l’Inter del mago Helenio Herrera capolista. La Fiorentina, quarta in classifica, allenata dall’ungherese Nandor Hidegkuti e alla prima stagione della gestione Longinotti, era reduce dalla vittoria esterna contro il Padova per 2-1, mentre i granata, secondi e guidati dall’argentino Benjamin Santos, avevano vinto per 1-0 contro la Spal la settimana precedente. Quella partita rappresentava un “evento” particolare per via dell’esordio della mezz’ala turca Can Bartù, venticinque anni, molto atteso dal pubblico gigliato. Non a caso “La Stampa” del 3 dicembre 1961 titolò: “L’esordio di Bartù preoccupa il Torino ed appassiona i tifosi della Fiorentina”.

“Sarà un incontro difficilissimo. Il Torino è forte, non solo per Law e Baker”, disse Hidegkuti alla vigilia. “Sarei felicissimo se si ripetesse l’uno a uno dell’ultimo campionato. Rosato ha preso parte a quasi tutte le quattordici partite giocate finora. E’ un ragazzino in fondo e non voglio correre il rischio di affaticarlo più del necessario”, dichiarò, invece, Bantos. Il giorno prima della gara parlò anche Law: “Sto bene fisicamente e sarò sicuramente in campo. Sono solo giù di morale per la sconfitta della Scozia. Non meritavamo di essere battuti dalla Cecoslovacchia. Spero di rifarmi col Torino”.

La Fiorentina scese in campo con: Sarti, Malatrasi, Robotti, Rimbaldo, Gonfiantini, Marchesi, Hamrin, Dell’Angelo, Milani, Bartù, Petris. Il Torino rispose con: Panetti, Scesa, Rosato (sostituì Buzzacchera, out per problemi all’inguine), Bearzot, Lancioni, Cella, Albrigi, Ferrini, Baker, Law, Crippa. Arbitro: il signor Rigato di Mestre. Presenti più di 28mila spettatori, oltre a cinquemila abbonati. In complesso, tenendo conto degli inviti e del personale di servizio: circa 35mila persone, riunite sotto una pioggia fitta e minuta. I padroni di casa passarono in vantaggio all’ottavo del primo tempo con una bella punizione di Robotti. Il portiere granata Panetti, però, non intervenne volutamente, anzi, ritrasse le mani per non toccare il pallone. Nel fischiare la punizione ai gigliati, Rigato mimò con le mani il “panino” di Rosato e Ferrini su Dell’Angelo e alzò, bene in vista, due dita. Nella sua intenzione, spiegò poi a fine partita, voleva indicare il fallo commesso da due uomini su uno. I granata, però, pensavano si trattasse di un calcio da fermo indiretto. Per questo motivo, l’estremo difensore ospite non toccò il pallone per evitare di renderlo attivo. Il gol di Robotti (secondo ed ultimo con la Fiorentina) fece scatenare i giocatori del Torino, ma le loro polemiche si rivelarono inutili. Il raddoppio della squadra di Hidegkuti arrivò all’ottantesimo con Hamrin, in un’azione viziata da un fallo di Dell’Angelo su Rosato. Una delle ragioni del successo viola fu il non marcamento di Law. Il tecnico ungherese, infatti, non sacrificò Marchesi nel compito estenuante di correre dietro allo scozzese, togliendo così un uomo alla difesa. Risultato: una sola conclusione del centravanti, sulla quale Sarti non si fece trovare impreparato. Non ci fu nessuno che non meritò la lode. Qualche pecca, invece, fra gli uomini di punta. Hamrin, definito “il solito sfarfallegiante castigamatti” dal Corriere dello Sport, fu il migliore. Buona la prova del debuttante Bartù. Il Torino, invece, dimostrò di avere le polveri bagnate: Baker, bloccato da Rimbaldo e Gofiantini, praticamente immobile, le ali Albrigi e Crippa trovarono pane per i loro denti in Malatrasi e Robotti. Law e Ferrini, infine, annullati da Dell’Angelo e Marchesi. Grazie a quella vittoria, la Fiorentina – che non perdeva da otto giornate - salì dal quarto al secondo posto in classifica.

“La Fiorentina blocca la marcia del Torino. I granata in svantaggio per uno strano equivoco. 0-2: una sconfitta con qualche attenuante”, titolò La Stampa il 4 dicembre 1961. “Law in trappola (merito di Hidegkuti)”, scrisse il Corriere dello Sport. Alla fine di quel campionato, i viola arrivarono terzi a quota 46 punti (la vittoria valeva due punti all’epoca), alle spalle dell’Inter (48) e del Milan (53). Le vittorie furono diciannove, i pareggi sette, le sconfitte otto.