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Pedro Finley a VN: “Milan da Pelledoca, Fiorentina da 6. Che bravi Veretout e Pezzella, ma per l’Europa ci siamo anche noi”

Le parole del tifoso rossonero e leader della band in esclusiva a Violanews

Federico Gennarelli

Ultimo appuntamento del 2017, ultima giornata di andata del campionato di Serie A: Fiorentina-Milan rappresenta una classica sfida da crocevia sia per i viola che per i rossoneri, che vivono due situazioni diverse di classifica e a livello morale. La squadra di Pioli non prende gol da quattro partite di campionato ma ha subìto l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio, quella di Gattuso ha invece staccato il pass per la semifinale del trofeo aggiudicandosi il derby con l'Inter ma è reduce da due K.O. consecutivi fra Verona e Atalanta. In avvicinamento al lunch-match del Franchi di domani, Violanews ha raccolto in esclusiva il parere di Marco Pedretti, meglio conosciuto come Pedro, cantante e leader della band dei Finley e grande cuore rossonero.

Parafrasando il vostro ultimo singolo, possiamo dire che sia un Milan da Pelledoca? Che partita ti aspetti?

"Sì, nel senso che genera brividi sia nel bene che nel male (ride n.d.r.). Si passa velocemente dallo sdegno e dalla disperazione alla gioia più grande per la vittoria nel derby di Coppa. I viola e i rossoneri sono le due squadre che hanno cambiato di più a inizio stagione, quindi sono quelle che avrebbero avuto sulla carta più difficoltà di ambientamento. Pioli è riuscito fin da subito a compattare un ambiente non semplice, cosa che a Montella non è riuscita. Secondo me entrambe le squadre presentano individualità molto interessanti ma che spesso non sono riuscite a coesistere al meglio. Alle proprietà va dato atto di avere avuto il coraggio di cambiare: soprattutto la Fiorentina ha puntato su prospetti sconosciuti ai più, che però mi hanno impressionato".

Per esempio?

"Sicuramente Veretout, che sta dimostrando anche con i numeri di essere un giocatore di ottimo livello, ma anche Pezzella è un difensore molto interessante. Ovviamente non tralascio Chiesa, che è però ormai è una conferma e una realtà importante della nostra Serie A e non più una sorpresa".

Domani non ci sarà il fresco ex Kalinic, che a Firenze ha lasciato ricordi agrodolci anche per il modo in cui le strade si sono separate in estate. Quanto conterà la sua assenza? 

"La presenza di Kalinic sarebbe stata uno degli argomenti su cui concentrarsi in questa gara. Magari avrebbe potuto raccogliere i giusti stimoli per sbloccarsi. A me piace come giocatore, anche se in questo momento ha poco supporto da parte dei tifosi, spazientiti non solo per le sue prestazioni ma anche per il momento generale. Inoltre, la prestazione di Cutrone mostrata nel derby non lo aiuterà a ritrovare il suo posto, perché questo giovane attaccante sta mostrando delle qualità impressionanti, da giocatore vero".

A Firenze, dopo le accuse di 'parassita' e la risposta sul campo nel derby, potrebbe toccare ancora a Antonio Donnarumma...

"Incredibile questa storia. Fra lo scetticismo generale, Antonio ha dimostrato che può valere. Ovviamente, nell'arco di 90 minuti si è comportato bene: non dico che possa difendere sempre al meglio la porta del Milan ma sul campo, quantomeno, non si è dimostrato un flop, anzi ha salvato il risultato su Joao Mario. Non è facile giocare in uno stadio che ce l'ha con te per motivi extra-campo, soprattutto in una partita così".

Il Milan arriva al match con i supplementari nelle gambe e un giorno in meno di riposo rispetto alla Fiorentina. Quanto può contare questo fattore?

"Secondo me non conta niente. Valgono piuttosto l'energia mentale, la sicurezza e la cattiveria che vengono recuperate con la vittoria nel derby. Credo sia stato il successo più importante dell'anno: in Serie A sono arrivate solo sconfitte contro le squadre che stanno davanti ai rossoneri in classifica e quindi serviva una boccata d'ossigeno".

Fiorentina e Milan sono accomunate da due proprietà "lontane". Quella cinese lascia ancora qualche dubbio, mentre in casa viola c'è la frattura con i Della Valle, che hanno detto di non essere ancora pronti per tornare. Quanto può incidere questo nella stagione di entrambe?

"Credo che sia molto importante la vicinanza della proprietà. L'anno scorso noi tifosi rossoneri abbiamo vissuto sulla nostra pelle il cambio societario e Montella aveva isolato bene la squadra e l'aveva compattata durante il lungo cambio societario. Una società che dà supporto allo staff e alla squadra è la base di partenza su cui un ambiente può lavorare".

La Fiorentina può arrivare in Europa secondo te? E il Milan?

"Credo che la favorita per l'Europa sia l'Atalanta, soprattutto per la continuità che la sta contraddistinguendo. Gasperini e i suoi hanno trovato nuovo equilibrio avendo la doppia competizione. Credo che la Samp si sgonfierà un po' con l'andare del tempo, anche se Giampaolo è uno dei migliori allenatori del nostro calcio. Il Milan, anche se non è favorito, secondo me può ancora dire la sua: la scossa data dal successo del derby può dare fiducia e magari risollevare la stagione".

Sappiamo che Fiorentina-Milan è anche uno scontro sentito nella vostra band, a causa del cuore viola di Ivan (il bassista). Come vivete questa gara?

"All'interno della band Fiorentina-Milan è un vero e proprio derby. Negli ultimi anni ci stiamo però consolando a vicenda. Le vicende societarie che hanno contraddistinto le squadre e l'addio di molti giocatori viola cui Ivan era affezionato lo hanno un po' segnato. Ci è rimasto male soprattutto per la cessione del Sindaco Borja Valero, un po' come la maggioranza dei tifosi fiorentini, perché era un'istituzione".

Siamo arrivati alla conclusione del 2017 ed è tempo di dare i voti di fine anno: che pagella meritano Milan e Fiorentina?

"Quella del Milan sicuramente non può essere sufficiente, dico 5 e sono generoso. Alla gioia dell'Europa League arrivata 'al ribasso' non sono state contrapposte le giuste aspettative. I giocatori stanno rendendo molto al di sotto rispetto a quello che possono dare, soprattutto Biglia e Calhanoglu, che non hanno dimostrato nulla del loro effettivo valore. Alla Fiorentina do un 6: ci sono grosse attenuanti per la squadra, perché ha dovuto lavorare in un ambiente non semplice e con difficoltà. I malcontenti della piazza dovuti anche alla lontananza della società non hanno certamente aiutato anche se sul campo i giocatori hanno sempre risposto al meglio".

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