C'è una frase di Vincenzo Montella, nel concitato post partita di Torino, che alcuni tifosi potrebbero aver ignorato, sottovalutato o letto/ascoltato con poca attenzione vista l'arrabbiatura della quarta sconfitta consecutiva. "Al Toro mancava Belotti ed è sceso in campo Zaza che ha giocato 20 partite in Nazionale". Poche parole, ma significative che ci fanno pensare ad una frecciataa Joe Barone e Daniele Pradè, coloro i quali hanno assemblato la Fiorentina 2019-20. "A buon intenditor, poche parole", dice il detto. Chiaramente Montella non è stato esplicito, ma l'impressione che ne abbiamo ricavato è che il tecnico non sia del tutto contento di quanto gli sia stato messo a disposizione dalla società durante il mercato estivo.
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E intanto Montella si lamenta per la rosa: dov’è finita l’unità di intenti?
Dopo la quarta sconfitta consecutiva il tecnico viola ha puntato il dito sul valore dei suoi attaccanti
Già ad inizio stagione avevamo palesato dubbi sull'attacco viola. I nodi stanno, purtroppo, venendo al pettine. Boateng non è un attaccante e l'unica cosa degna di nota è stata fin qui il gol col Napoli. Pedro non pervenuto, Vlahovic sta giocando, ma solo per l'assenza di un centravanti navigato. Il serbo è un buon calciatore, ma è troppo acerbo per reggere il reparto avanzato viola. Risultato: Fiorentina tredicesima in classifica, contro il Parma l'ultimo gol "utile", segnato, peraltro, da un centrocampista. A gennaio è obbligatorio colmare questa lacuna, ma non sarà facile. "Seguite i buoni gol e vedrete lontano" scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. Parole sante. È l'abc del calcio. A proposito di attaccanti: esattamente dieci anni fa Alberto Gilardino firmava l'impresa contro il Liverpool ad Anfield Road... Ahi, che dolore.
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