Tatarusanu è un muro, la difesa impenetrabile, il centrocampo copre e inventa, gli esterni sono autentiche frecce, gli attaccanti segnano e aiutano i compagni in fase di non possesso. Sono tante le note liete in casa Fiorentina in quest’avvio di stagione. Tra queste, è bene non dimenticarlo, anche la ritrovata prolificità dal dischetto. Non certo un dettaglio. Dagli undici metri, infatti, la musica è cambiata rispetto allo scorso campionato. Speriamo in maniera definitiva (gli scongiuri sono d’obbligo).
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La Fiorentina e i rigori: la musica è cambiata (in meglio)
Nello scorso campionato, i rigori sono stati un tabù. In quest’avvio di stagione, invece, i viola si sono dimostrati infallibili
Nel 2014-15 i rigori sono stati una chimera, un tabù. Sui sette decretati, gli errori furono ben cinque. Uno score che permise ai viola di eguagliare il record assoluto negativo, già stabilito nel 1973-74, 1978-79 e 1996-97. Prima Gonzalo Rodriguez a Genova contro la Sampdoria sul punteggio di 1-0 per i liguri, poi Gomez al Tardini col Parma sul risultato di 1-0 per gli emiliani, a seguire Babacar contro il Torino sul parziale di 0-0, Diamanti contro il Verona sempre sullo 0-0 e Gonzalo con la Juventus a Torino sul 2-1 per i bianconeri. Gli unici due centri arrivarono con Rodriguez contro la Vecchia Signora (inutile, però, il suo gol vista la sconfitta per 3-2) e Ilicic nel successo col Cesena al Franchi. Insomma, una “tragedia” sportiva. Errori che, secondo uno studio di Violanews.com, sono costati alla Fiorentina la possibilità di disputare la Champions (LEGGI QUI). Un peccato, ma tornare indietro non si può. E’ bene guardare al presente. E il presente, anche per quanto riguarda i rigori, è roseo.
Tre penalty, altrettanti centri e percentuale del cento per cento. Josip Ilicic il protagonista in questione. Il via alle danze all’esordio contro il Milan. Diego Lopez intuisce tuffandosi sulla sua sinistra, ma il pallone è troppo angolato e finisce in rete. Poi è l’Inter a cadere sotto il mancino dello sloveno, bravo a trafiggere Handanovic indirizzando la sfera al sette. Le squadre lombarde portano bene all’ex Palermo, un cecchino anche contro l’Atalanta. A differenza delle gare con le due milanesi, contro i bergamaschi, Ilicic, invece di incrociare, “apre” il piede e spiazza Sportiello.
Nello scorso campionato la “notizia” era quando la Fiorentina riusciva a segnare dal dischetto. In quest’avvio di stagione lo scenario è opposto. Difficile capire i motivi di questo cambio di marcia (e forse sarebbe inutile cercarli, alla fine basta buttarla dentro). Il fatto, però, di aver trovato un rigorista titolare con un piede educato come quello di Josip ha aiutato la squadra. Per il momento – e speriamo anche per il futuro – non più cambi di tiratore dagli undici metri come avveniva con Montella. Un segnale, questo, di poca serietà e soprattutto chiarezza. Ma adesso la musica è cambiata. The show must go on.
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