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Fiorentina senza identità: regnano caos e improvvisazione. Montella, le grandi partite sono altre

"Abbiamo giocato una grande gara". Non siamo d'accordo con Montella. I diktat del tecnico non sono assimilati dai giocatori. I tre ko consecutivi hanno messo a nudo i difetti della rosa. Commisso l'ha confermato, ma per mancanza di tempo: la gara...

Stefano Niccoli

Non c'è due senza tre. Purtroppo si parla di sconfitte. Ci si aspettava la reazione, ma la Fiorentina ha fallito miseramente la prova del nove. Poteva essere il "momento della svolta" (cit. Montella). La svolta c'è stata, ma in negativo. La situazione è grave, sportivamente drammatica. Tornano i fantasmi del passato. I gigliati hanno perso credito nei confronti dei tifosi, inferociti e spazientiti. Commisso non ha ancora visto vincere di persona la sua "creatura" al Franchi. I tre ko consecutivi sono arrivati contro Cagliari, Verona e Lecce, squadre in forma, con una chiara identità di gioco per carità, ma non stiamo parlando di Barcellona, Real Madrid e Liverpool. Lo scenario si fa ancora più deprimente se consideriamo gli infortuni a Pezzella, Chiesa e Ribery e i match contro Torino, Inter e Roma all'orizzonte. C'è il rischio di trascorrere il Natale in zona retrocessione.

La debacle contro i giallorossi fa ancora più male. La Fiorentina giocava davanti ai propri tifosi (anche ieri in più di trentamila, solo applausi), dopo due pessime figure. E' vero, i viola avrebbero meritato di più, Gabriel ha fatto il fenomeno su Vlahovic, ma le due occasioni più nitide della partita sono arrivate dopo la frittata d'inizio ripresa. E' un'aggravante aver perso contro una squadra tutt'altro che irresistibile e che, fino a ieri, aveva sempre subìto gol.

Inutile girarci intorno: la Fiorentina non ha un'identità di gioco. Poche idee, pochi guizzi e tanta, troppa improvvisazione. Regna il caos. Le tre sconfitte consecutive hanno messo a nudo i difetti della rosa. Impossibile, allora, non pensare a Vincenzo Montella, considerato da molti tifosi l'ultima espressione dei Della Valle. Il suo contributo, fin qui, è stato minimo, dispiace scriverlo. Contro il Lecce si aspettava una reazione temperamentale dai suoi ragazzi. Così non è stato. Non crediamo che la squadra giochi contro l'allenatore, sarebbe grave, ma è chiaro che i suoi "diktat", tattici e di carattere, non siano assimilati da Badelj & co.

"Abbiamo fatto una grande gara, usciamo a testa. Sconfitta frutto della bellezza del calcio", ha detto Montella nel post gara. Con tutto il rispetto, ma non siamo d'accordo: le grandi gare sono altre. Dichiarazioni, quasi copia e incollate da una conferenza all'altra, che hanno fatto arrabbiare ancora di più la piazza. La soluzione è cambiare allenatore? Per la quasi totalità dei tifosi sì, ma Commisso ha confermato l'aeroplanino. Soprattutto per mancanza di tempo visto che martedì al Franchi arriverà il Cittadella. La sfida di Coppa Italia è un bivio. In caso di eliminazione (tocchiamo ferro), sarà difficile vedere Montella stringere la mano a Mazzarri prima di Torino-Fiorentina domenica prossima.

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