Dal Frosinone al... Frosinone. Un girone dopo qualcosa è cambiato in casa Fiorentina. Era il primo novembre 2015 e nel lunch match dell’undicesima giornata, la formazione di Paulo Sousa asfaltava i gialloblù di Roberto Stellone per 4-1. Certo, di fronte non c’era una corazzata, ma la prestazione dei viola fu maiuscola, una delle migliori in stagione. Fu una partita senza storia, con i padroni di casa bravi a prendere fin da subito in mano le redini del gioco e ad incanalare la gara sui binari giusti grazie al “gollonzo” di Rebic al 24’ del primo tempo. In quella domenica soleggiata, condita dalla rete di tacco alla Mancini di Gonzalo Rodriguez, si misero in mostra anche Babacar col rigore a cucchiaio e Mario Suarez, autore del 4-0. Inutile la marcatura di Frara al debuttante Lezzerini nella ripresa.
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Dal Frosinone al… Frosinone: qualcosa è cambiato
All’andata la Fiorentina “volava” sul piano fisico e mentale. Un girone dopo la situazione è un po’ meno rosea
All’epoca si respirava un’aria positiva intorno alla Fiorentina, anche perché, grazie al successo contro i ciociari, la squadra di Paulo Sousa – reduce dalla vittoria per 2-0 col Verona - riconquistò la vetta della classifica. Zero malumori, zero attriti, forma psico-fisica invidiabile e tanto entusiasmo fuori dal campo, testimoniato dal coro “salutate la capolista” cantato dai tifosi. Insomma: la Fiorentina e Firenze vivevano una favola.
Adesso non è tutto da buttare, ci mancherebbe, ma che qualcosa – in peggio – sia cambiato rispetto a qualche mese fa, è sotto gli occhi di tutti. Due obiettivi su tre, Coppa Italia ed Europa League, se ne sono andati in soffitta e, per quanto riguarda il campionato, il pesante ko contro la Roma sembra aver influito oltre misura sulle gambe e la testa dei gigliati. L’amaro pareggio contro il Verona è stato emblematico. Con il passo falso contro gli scaligeri, è diminuita – di conseguenza – anche l’euforia della piazza. Il terzo posto non è un miraggio, ma raggiungere l’attuale Roma – nonostante il calendario, sulla carta, complicato dei giallorossi – non è facile. Sono tornate fuori alcune ruggini fra i tifosi e la proprietà, colpevole – secondo i supporter – di non aver rinforzato a dovere la squadra a gennaio. Qualcosa è cambiato anche per Babacar. Dagli applausi di quel primo novembre 2015 ai fischi di domenica scorsa col Verona.
La Fiorentina non sta vivendo un periodo brillante, può essere considerata un paziente con qualche linea di febbre. L’unica medicina per guarire, si sa, è vincere. A partire da Frosinone.
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