La Fiorentina di Paulo Sousa sfida la Roma all’Olimpico. E allora è quasi impossibile non pensare alla sfida del 29 settembre 1968. Andiamo con ordine.
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VIOLA VINTAGE – Il Petisso affonda la Roma del mago Herrera e inizia la strada verso il tricolore
Era il 29 settembre 1968. La Roma andò avanti dopo nemmeno un minuto, poi ci fu la riscossa della Fiorentina
In estate Albertosi e Brugnera furono ceduti al Cagliari. La cosa non fu presa particolarmente bene a Firenze. Albertosi era già il numero uno della nazionale, mentre per Brugnera, che non aveva reso secondo le aspettative la stagione precedente, si era addirittura parlato di un nuovo Di Stefano. Dalla Sardegna arrivò solo Rizzo. A destare maggior clamore fu, invece, il passaggio di Bertini all’Inter per circa quattrocento milioni, una vera boccata d’ossigeno per le asfittiche casse viola. In più furono acquistati il terzino Stanzial e i giovani attaccanti Mariani e Del Fabbro. All’ultimo si aggregò al gruppo anche Bertogna. Immaginate l’entusiasmo dei tifosi: al minimo storico. Inoltre il neo tecnico Pesaola aveva a che fare con alcuni interrogativi tecnico-tattici: Merlo, mediano o interno? Rizzo, ala o interno? Chiarugi, a destra o a sinistra? Amarildo al centro e Maraschi ala o viceversa? Insomma: il Petisso aveva le sue gatte da pelare. Pesaola, però, era convinto di avere tra le mani una bella squadra, tanto che, dopo un’amichevole estiva dichiarò: “Signori, ho capito una cosa: se con questa squadra, non vinciamo lo scudetto, mi faccio frate. Frate trappista, sapete, i frati che fanno più penitenze degli altri”.
Eppure il campionato cominciò nel peggiore dei modi all’Olimpico contro la Roma. I giallorossi, allenati dal mago Helenio Herrera, sogno estivo della società gigliata, scesero in campo con: Pizzaballa, Sirena, Bet, Ferrari, Santarini, Losi, D’Amato, Peirò, Taccola, Cordova, Salvori. La Fiorentina rispose con: Superchi, Rogora, Mancin, Pirovano, Ferrante, Brizi, Rizzo, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. Arbitro: il signor Aurelio Angonese di Mestre. Dopo appena trenta secondi, Superchi fu infilzato da Taccola con un tiro angolato su passaggio di D’Amato. Serviva una prova di carattere. Detto, fatto. I viola non si scoraggiarono e nella ripresa ribaltarono il risultato grazie alle reti di Amarildo al 58’ su cross di De Sisti e di Maraschi all’85’ dopo un assist al bacio di Merlo. Da segnalare che, nella frazione iniziale, gli ospiti colpirono anche una traversa con Rizzo.
Un avvio ben augurante, ma per “La Gazzetta dello Sport” la Fiorentina non faceva notizia. Quella viola, infatti, fu l’unica squadra, tra le vincitrici al debutto, a non essere menzionata in prima pagina. “La Roma segna in apertura, poi cede alla Fiorentina 1-2” e “Sono stati due romani a battere la Roma. Merlo e De Sisti, protagonisti favolosi della vittoria fiorentina, confermano la miopia dei dirigenti giallorossi di tutti i tempi”, titolarono, rispettivamente, “La Stampa” e “Il Corriere dello Sport” lunedì 30 settembre 1968.. La formazione di Pesaola, infatti, fu padrona assoluta del centrocampo, con “Picchio” De Sisti autore di una prova maiuscola.
Un’eventuale sconfitta contro la Roma avrebbe aperto scenari impensabili. I ragazzi del Petisso, infatti, erano stati eliminati in maniera clamorosa dalla Coppa Italia e avevano pareggiato a Zagabria l’andata dei trentaduesimi di Coppa delle Fiere.
Quella dell’Olimpico fu la prima tappa di una marcia trionfale conclusasi con lo scudetto, vinto con una giornata d’anticipo, in occasione del 2-0 inflitto alla Juventus a Torino l’11 maggio 1969 (reti di Chiarugi e Maraschi). I gigliati conquistarono 45 punti (sul podio, alle loro spalle, Cagliari e Milan a 41) e persero una sola volta, in casa per 3-1 contro il Bologna il 3 novembre 1968. Il miglior marcatore viola fu Maraschi con quattordici gol. Davanti a lui: Riva del Cagliari (20), Anastasi della Juventus e Bui del Verona (15 entrambi).
Qui sotto il servizio sulla partita. La qualità del video, purtroppo, non è eccelsa:
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