Ora che Campo di Marte e le Cure sono diventati ufficialmente patrimonio dell’Unn’esco siamo tutti più felici. Purtroppo questo mondiale ha infranto cuori e rotto relazioni. Chi aveva la ragazza in via Faentina le ha detto che era ora di prendersi una pausa di riflessione. Stesso discorso per chi aveva uno storia con un tipo di viale Calatafimi. Mollato. Almeno fino a lunedì prossimo. Ma c’è anche chi continua a mandarsi baci da una parte all’altra delle transenne. Come i celebriheroes cantati da Bowie pensando al muro di Berlino. Poi storie lacrimevoli come quella di nonna Iole, che nessuno va più a trovare in via Passavanti. D’altra parte i figli e i nipoti vivono a Ponte a Greve e la tramvia li scarica in piazza Batoni, dove prendono un gelato e tornano indietro. Nonna Iole non è mai stata così felice. Il genero è gobbo, e basterebbe questo. Basta bubare, però.
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L’incipit del ViolaPop di Benedetto Ferrara
Evviva lo sport. E ora si fa sul serio. Anche contro quelli che barano. Stavolta, infatti, la guerra al doping sarà decisa e inflessibile. Infatti saranno quelli della comunità dei lautari, che in vent’anni hanno già raccolto 12.678.456.564 firme contro la droga e nessuno ha mai capito per fare cosa, a occuparsi dei controlli. I ragazzi sistemeranno i loro banchini verdi al traguardo e accoglieranno i ciclisti con la celebre e simpatica domanda: “Ciao, me la fai una firma contro il doping?”. Chi non firma verrà squalificato. Dice che sia unmetodo infallibile. Mah.
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