Risposta breve? No, impossibile. O almeno così avremmo liquidato il quesito, se ce l'avessero posto fino a poche ore fa. Il punto è che nel frattempo è cambiato il mondo, in casa Fiorentina. Dopo quasi 7 anni è finita la seconda era Pradè alla guida del comporto sportivo. Non un fulmine a ciel sereno, come scritto dal nostro vicedirettore, ma certo le tempistiche hanno stupito in molti, a proposito di domande da porsi. Perché adesso? La vigilia di Fiorentina-Lecce, una partita fondamentale, non porterà a una sua sostituzione prima della prossima settimana. Rocco Commisso dovrà valutare se inserire nuove figure dirigenziali o se promuovere Roberto Goretti, il cui destino è separato da quello di Pradè. Chi deciderà il futuro di Pioli se domani dovesse andare male? In questo momento tutta l'area sportiva fa capo ad Alessandro Ferrari. Le valutazioni, in stretto contatto con Commisso, spetteranno a lui, con l'ausilio dello stesso Dt Goretti.

figliol prodigo?
VN – Palladino può tornare alla Fiorentina senza Pradè in dirigenza?
Torniamo alla domanda iniziale
—Così come posta nel titolo può sembrare una provocazione. È davvero così? Forse sì, ne siamo consapevoli, ma in un momento come questo di grande caos attorno alla Fiorentina, la suggestione è balenata in testa a molti. Per la verità già nei giorni scorsi il nome di Palladino, come possibile nuovo (vecchio) allenatore dei viola, era saltato fuori qualora le strade con Pioli si fossero divise. Uno scenario impronosticabile, ma che trova terreno fertile nell'inesistente rapporto tra l'ex Ds e Raffaele Palladino. Una guida tecnica che il dirigente ha spesso e volentieri messo in discussione, con attacchi ricorrenti al suo indirizzo.
Né figliol prodigo né padre misericordioso
—Veniamo al dunque: con Rocco Commisso alla guida della società è pensabile che Palladino possa tornare a sedersi sulla panchina viola? Prima era impossibile, ora molto difficile, anche se a quanto ci risulta Palladino non avrebbe comunque intenzione di tornare in questo momento a Firenze. Troppo umiliante per il patron averlo definito "come un figlio" per poi vedersi pugnalare alle spalle con le dimissioni nel giro di 24 ore. Un tradimento, un vero boccone amaro che sembra difficile Commisso abbia già digerito. Soprattutto con l'attuale assetto societario che, al netto dell'uscita di Pradè, è lo stesso con cui il tecnico ex Monza ha lavorato gomito a gomito per tutta la scorsa stagione.
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