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“Una Fiorentina diversa”: ecco cosa può cambiare Palladino in 15 giorni

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La sosta delle nazionali caduta a pennello per Palladino. Adesso servirà tanto lavoro per trasformare questa Fiorentina
Tommaso Ormini

Le parole di Palladino risuonano nella mente dei tifosi, sopratutto quelli più pessimisti (specie vedendo l’inizio di campionato): “Sono sicuro che vedremo un’altra Fiorentina al ritorno dalla sosta”. Parole sicuramente non di circostanza, che mettono il tecnico davanti a un impegno considerevole, vedendo anche le prime uscite della sua squadra. È vero che alcuni innesti sono arrivati gli ultimi giorni di mercato (Moreno, Cataldi, Adli, Bove e Gosens) e per la maggior parte del ritiro, sia al Viola Park che in Inghilterra, Palladino ha potuto e dovuto lavorare con elementi che non faranno parte della Fiorentina di questa stagione. Però è altrettanto vero che l’inizio di stagione della Fiorentina, quanto a livello di partite, è stato tutt’altro che complicato.

I precedenti a Monza

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L’anno scorso in Brianza, dopo un inizio non semplice per il Monza (Inter, Empoli e Atalanta), Palladino ha chiuso con tre punti il pre sosta, con l’unica vittoria casalinga contro l’Empoli. Al ritorno dalle nazionali, il pareggio con il Lecce è l’unica nota negativa, visti poi i pareggi con Lazio e Bologna, e la vittoria in casa del Sassuolo. Nella sua poca esperienza, ha dimostrato di saper cambiare marcia al ritorno dalla sosta, sintomo del fatto che con del tempo a disposizione, il tecnico riesca a entrare nella testa dei propri giocatori. Quest’anno la Conference, per sua fortuna, inizierà a ottobre, quindi per le prossime tre partite (Atalanta, Lazio e Empoli) Palladino avrà a disposizione l’intera settimana per lavorare e per preparare partite che iniziano già a essere fondamentali.


L’inserimento di Bove

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L’ultimo giorno di mercato ha regalato sorprese, soprattutto a centrocampo. Cataldi ha giocato già la sua prima da titolare, disputando una discreta prestazione. Assieme a lui, da Roma, è arrivato anche Edoardo Bove, autore di un bel gol ieri con la nazionale U21, pronto a rilanciarsi a Firenze dopo esser stato trascurato da Daniele De Rossi. Giocatore espressamente richiesto da Palladino, abbina caratteristiche di corsa e intensità, a quelle da incontrista, con anche la capacità di spingersi in avanti. Un “piccolo Amrabat”, con le dovute proporzioni, alcune cose in più e ancora tanti margini di crescita, vista la giovane età (classe 2002). In un centrocampo a due, potrà accompagnare calciatori più di impostazione come Adli e Cataldi, fornendo lavoro sporco per i compagni. Mourinho ha intravisto qualcosa nel ragazzo, adesso toccherà a Palladino completare il lavoro e renderlo un gran calciatore.

SOS: mettere mano alla difesa

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Sicuramente il reparto più in difficoltà di questo inizio di stagione. Passare da quattro a tre è un bel salto, sopratutto pensando che la maggior parte della difesa è la stessa degli anni precedenti (Comuzzo, Quarta, Biraghi e Ranieri). L’inserimento di Pongracic al posto di Milenkovic per il momento non ha portato i suoi frutti, anzi, ma anche li servirà tempo. L’evidenza più importante, a parte gli errori dei singoli, è stata il vedere la Fiorentina non compatta nella fase difensiva. Palladino dovrà essere capace, in queste settimane, di creare una squadra che sappia difendere tutta insieme, che parta dal primo pressing degli attaccanti. Il lavoro è tanto ma anche il tempo a disposizione.

E Gudmundsson?

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Tempo che un po' mancherà ad Albert Gudmundsson, alle prese con questioni extracampo, che potrebbero far saltare all’islandese la trasferta di Bergamo. Il numero 10 viola è tornato in gruppo lunedì, lavorando con la squadra dopo settimane di assenza. Tornare in forma Genoa non sarà una cosa di giorni, soprattutto con la testa che dalla prossima settimana sarà concentrata su altro… Il sostituto di Nico Gonzalez per il momento si fa attendere, ma questa Fiorentina, ora più che mai, ha bisogno delle sue giocate da campione e di un leader tecnico su cui fare affidamento durante la partita. Da lunedì a venerdì sarà in Islanda, poi il rientro a Firenze a meno di ventiquattro ore dall’Atalanta. La convocazione sembra improbabile, ma nel calcio non si sa mai…

La speranza di un’intera piazza

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Il tecnico si è imposto un grande compito come detto in precedenza: mostrare una Fiorentina diversa ai suoi tifosi. La speranza più grande della piazza è proprio questa, vedere la propria Fiorentina avere un’identità di gioco ben precisa, aldilà poi dei risultati sportivi. Nei giorni scorsi il ritorno di Gudmundsson ha dato un segnale forte al gruppo. Kean e Gosens hanno dimostrato nei pochi minuti a disposizione, di essere pronti a prendersi la Fiorentina in mano nei momenti di difficoltà. Chi sta deludendo le aspettative è sicuramente Colpani, forse sta soffrendo il salto da una piazza come Monza a una come Firenze? Palladino dovrà mettere mano anche a questo, poiché il sostituto naturale di Nico Gonzalez è proprio l’ex Monza. Già da Bergamo la Fiorentina è chiamata a un prestazione diversa, di fronte al suo primo vero avversario difficile. Palladino si farà trovare pronto? Beh, questa è la speranza di un’intera piazza.

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