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Bove, da pupillo di Mou alla scelta di Firenze: ora vuole la titolarità fissa

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L'esordio a Roma con Fonseca, la titolarità in pianta stabile con Mourinho, fino al calo con De Rossi: Bove a Firenze vuole rinascere
Matteo Bardelli Redattore 

Edoardo Bove è stato uno degli ultimi acquisti della Fiorentina di questa estate, voluto fortemente da Palladino per rinforzare il suo centrocampo. Decisiva per il suo passaggio in maglia viola è stata la rottura con De Rossi alla Roma, squadra nella quale è cresciuto fin dalle giovanili. Il suo messaggio di addio ai colori giallorossi, infatti, è stato rivolto soprattutto al popolo romanista, che non lo ha mai abbandonato e sempre supportato, considerandolo sempre un ottimo prospetto per il futuro.

Dalle giovanili all'esordio in prima squadra

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Dopo aver mosso i primi passi nel mondo del calcio nella Boreale, Bove è entrato a far parte del vivaio della Roma nel 2012, e ha compiuto tutta la trafila fino a far parte della Primavera. È stato convocato per la prima volta in prima squadra nel dicembre del 2020, per la gara di Europa League contro lo Young Boys, senza però esordire. Il suo debutto ufficiale è arrivato il 9 maggio 2021, sotto la guida di Paulo Fonseca, nel finale del match di Serie A tra Roma e Crotone, vinto 5-0 dai capitolini.


L'uomo di Mourinho

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Successivamente è entrato in pianta stabile nelle rotazioni della squadra di José Mourinho, di cui si è poi rivelato un fedelissimo. Il tecnico portoghese gli ha infatti concesso i primi minuti europei della carriera nella sfida tra Roma e CSKA Sofia, in cui è partito dal primo minuto e ha partecipato assieme ai suoi compagni alla vittoria per 3-2. L'allenatore portoghese può essere considerato il padre calcistico di Edoardo Bove. Perché è stato grazie all'allenatore portoghese che il centrocampista era riuscito a ritagliarsi un posto importante nella mediana giallorossa, fino ad arrivare a prendersi una maglia da titolare. "Bove è un ragazzo con grande talento come giocatore e come persona. Se è venuto su così è merito della sua famiglia. È un ragazzo educatissimo, con formazione accademica. È un professionista esemplare, sembra un giocatore di 30 anni non un ragazzo così giovane", diceva Mourinho tempo fa. Il punto di massimo splendore? Il gol decisivo al Bayer Leverkusen nella semifinale di andata all'Olimpico due stagioni fa.

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L'arrivo di De Rossi

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Con De Rossi però non è andata come sperava, nonostante per lui fosse un esempio fin da piccolo. Con il tecnico è sempre sceso in campo con il giusto spirito combattivo, anche se con meno minutaggio, non riuscendo però a garantire la stessa qualità dei titolari. Oltre al gioco differente, Bove ha pagato sicuramente la rinascita di Paredes e – soprattutto – di Pellegrini. Mentre con Mourinho i due centrocampisti hanno avuto un rendimento al di sotto delle aspettative, con De Rossi sono proprio questi due giocatori che hanno avuto la maggior crescita. Nonostante questo, Bove è sempre stato tra i migliori nel pressare e recuperare palloni e proprio per queste caratteristiche si è messo in mostra nel match di andata dei playoff di Europa League contro il Feyenoord, risultando uno dei migliori in campo. A De Rossi piaceva, ma non abbastanza da dargli fiducia e allora è nata qui la scelta di monetizzare, andando alla ricerca di un'alternativa che possa far rifiatare i tre inamovibili.

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La scelta di Firenze

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Edoardo Bove è arrivato ad un'età dove deve giocare con continuità per esplodere definitivamente e proprio da qui nasce la voglia di scegliere la Fiorentina come passo per la rinascita. Come già detto precedentemente, Palladino lo ha voluto fortemente per rinforzare il suo centrocampo e viste le tante partite in programma, anche grazie alla qualificazione in Conference League ottenuta, i viola ne avranno un grande bisogno. L'uscita di Amrabat permette al giovane centrocampista di essere l'unico con quel tipo di caratteristiche di recupera palloni, fondamentale in una mediana a due. In queste prime partite, Palladino non ha voluto rinunciarci minimamente, anche se molto dipenderà dal modulo scelto dal tecnico e dal tipo di avversario che ci sarà difronte. Una cosa però è certa, l'inizio fa ben sperare, perché a Firenze, uno che dà tutto per la maglia, viene subito amato alla follia.

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