Prima il dovere, poi il piacere. Come una madre che rimprovera il proprio figlio, così la piazza fiorentina sta iniziando a redarguire la squadra dopo un avvio di stagione deludente. La sensazione è che la Fiorentina debba, almeno per il momento, mettere da parte tatticismi particolari e puntare dritta al sodo. Perché non c’è cura migliore a qualsiasi crisi della vittoria. Stefano Pioli lo sa bene:al Viola Park si lavora solo per limare i difetti emersi in queste prime uscite, con la consapevolezza che siamo appena all’inizio.

Cercasi certezze
Perché Piccoli può stare in panchina. I 2 attaccanti siano un valore, non un obbligo
Il calcio è un gioco di pressioni. Lo sa Pioli, che conosce alla perfezione la piazza viola, e lo sanno anche i giocatori. Quest’anno il club di Rocco Commisso si è posto l’obiettivo di alzare il livello, complice un mercato importante che ha caricato l’ambiente di grandi aspettative. Ed è giusto così, dopo tre anni di finali europee e di crescita costante della rosa e della società. Proprio per questo, ora, tutti si aspettano il definitivo salto di qualità: e per ottenerlo serve puntare su basi solide.
Lo scorso anno la Fiorentina ha chiuso con 65 punti,ma sul piano del gioco aveva mostrato limiti evidenti. Pioli ha deciso di cambiare rotta fin da subito, provando a proporre un calcio moderno, propositivo, fondato sul possesso palla. Ma per trasformare un’idea in realtà servono tempo e tanto lavoro. Forse, allora, un approccio più graduale sarebbe la via più saggia.
Il cambiamento più visibile riguarda l’attacco. L’idea delle due punte stuzzica la mente di Pioli: non a caso contro Torino e Napoli ha scelto prima la coppia Piccoli–Kean, poi Dzeko–Kean.Una scelta intrigante, che in prospettiva può dare molto, ma che forse oggi appare prematura. Kean, anche contro il Napoli,è sembrato disorientato e poco legato alla manovra offensiva: per ritrovarsi, la squadra deve ripartire dalle certezze dello scorso anno, quando l’ex Juventus era il punto fermo dell’attacco viola.
“Ma la Fiorentina ha pagato quasi 30 milioni per Piccoli, non può restare in panchina.” Perché no? Una grande squadra deve avere anche una grande panchina. L’ex Cagliari ha tempo per dimostrare il suo valore e guadagnarsi il posto da titolare con calma,prestazione dopo prestazione. Lo stesso vale per Edin Dzeko, che per incidere deve prima ritrovare la giusta condizione fisica. Adesso, più che esperimenti, servono certezze. Magari ripartendo da un 3-5-2 puro, con Nicolussi Caviglia e Fazzini in mezzo, per spingere il gruppo verso il salto di qualità tanto atteso. Poi, con il tempo e con il lavoro, potrà arrivare anche la Fiorentina del 3-4-1-2. Non adesso.
Prima il dovere, poi il piacere. Che le due punte siano un premio per l’ambizione della Fiorentina, non un obbligo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.violanews.com/assets/uploads/202304/0d9c58432354d168ceb300b82569b258.jpg)