Filosofia e numeri dei due tecnici

“Il miglior attacco è la difesa”. Come Palladino sta battendo Italiano. I dati

Niccolò Ghinassi
Niccolò Ghinassi Redattore 

Giovane, ambizioso come Italiano, ma con una filosofia totalmente diversa, Palladino è arrivato a Firenze in estate con il beneplacito di molti ma anche con diversi interrogativi. Primo tra tutti: riuscirà un tecnico mai stato in una piazza ambiziosa come Firenze a mettere insieme una squadra totalmente rivoluzionata e a diventare una guida sicura e produttiva? Inizialmente, la risposta è stata negativa. Le prove horror contro la Puskas Akadémia nei playoff di Conference League connesse ad un avvio in Serie A con i pareggi racimolati con squadre ampiamente alla portata dei viola (Parma, Venezia e Monza) cominciarono già a inizio settembre, infatti, a mettere in bilico il futuro del tecnico campano. La svolta? Sicuramente il cambio modulo e quel secondo tempo con la Lazio che ha rivoluzionato in positivo la stagione dei viola. Il 3-4-2-1 proposto sia a Monza che fino al match coi biancocelesti a Firenze, infatti, non stava dando risultati convincenti coi gigliati, sia in fase difensiva (con i 3 centrali spesso disorientati e insofferenti alle ripartenze sulle corsie degli avversari) che in fase offensiva, dove soprattutto Kean sembrava rimanere troppo isolato a lottare contro il mondo. Ed allora, con una rapidità ed intuizione più marcata rispetto ai propri predecessori, ecco che Palladino mise tutto in discussione, si staccò dalle sue convinzioni e propose la difesa a 4 e quel 4-2-3-1 che ha portato da fine settembre maggior solidità dietro, consentendo ai viola di terminare l’anno ad ora come seconda miglior difesa in Serie A al pari di Inter e Juventus, con una media di gol subiti in stagione di poco più di uno a partita (LEGGI QUI). Soprattutto, Palladino da lì imboccò la strada giusta mettendo in discussione le proprie convinzioni e filosofie calcistiche come fanno i tecnici umili e intelligenti, non ancorandosi a rigide convinzioni, con la squadra che sembrò finalmente trovare il giusto assetto e la fiducia in sé stessa che precedentemente aveva dimostrato solo a sprazzi. Ad ora la classifica dice quinto posto per la Fiorentina, la quale ha il quarto miglior attacco della Serie A, oltre alla già citata difesa più affidabile rispetto alle scorse annate, merito anche del coraggio del tecnico gigliato di dare fiducia a giovani di grande prospettiva che si stanno già facendo strada come Pietro Comuzzo, oltre ad altre decisioni certo non facili, e qui il riferimento va all’esclusione per scelta tecnica dalla rosa del capitano Cristiano Biraghi. Maggior flessibilità, maggior adattamento in base alle situazioni, forse, quello di Palladino rispetto al collega delle stagioni precedenti, se guardiamo ai numeri, invece, ed in particolare ai primi 17 turni di Serie A di Italiano nel 2021-2022 e di Palladino quest’anno (non 18, visto che questa stagione è stata rinviata una partita, quella con l'Inter), emergono sicuramente alcune differenze. Come riportato da Sofascore, infatti, la Fiorentina di Italiano aveva un maggior possesso palla (56% contro il 52% di quella di Palladino), aveva trovato anche più vittorie (10 a 9), ma c'è da dire che racimolava anche meno punti in media a partita (1.76 contro 1.88), oltre a mostrare una minor sicurezza in termini difensivi. Infatti, i viola di Palladino, dopo le prime 17 giornate di Serie A, appaiono più solidi nella retroguardia, con 0.88 gol concessi a partita ed una porta inviolata nel 41% dei casi. Insomma, sembrerebbe proprio vero il detto "l'attacco fa vendere i biglietti, la difesa fa vincere le partite", con Palladino che grazie alla sua intelligenza ed al suo spirito di adattamento in base alle esigenze, sta traghettando i viola sulle (speriamo) aperte sponde del fiume europeo.

Italiano Palladino

 


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