Arrivato a Firenze in un periodo storico molto particolare (vedi il clamoroso divorzio anticipato tra la Fiorentina e Gattuso), Italiano seppe attivare una Fiorentina apatica e non certo esaltante nella precedente stagione, anche se il suo arrivo fu abbastanza rocambolesco: per averlo i viola dovettero sborsare una penale allo Spezia, con i liguri che non videro certo di buon occhio la ferrea volontà del tecnico di sbarcare a Firenze. Alla fine, comunque, si fece, e la scelta dette ragione sia a Italiano che alla Fiorentina. Partito in maniera non esaltante nel campionato 2021-2022 (sconfitta per 3-1 all’Olimpico contro la Roma alla prima giornata di Serie A), il tecnico da Karlsruhe ha saputo però subito mettere la Fiorentina sui binari giusti a partire dalla seconda giornata (vittoria per 2-1 con il Torino) per poi vincere anche in esterna contro l’Atalanta ed il Genoa. Il modulo prediletto, poi, un 4-3-3 perentorio e convinto, in quella prima parte di stagione fu perfetto per la squadra che, grazie ad un Dusan Vlahovic straripante, a un attaccante versatile come Nico Gonzalez, ad un incursore “tuttocampista” come Bonaventura, ed al regista perfetto (quel Torreira la cui cessione successivamente fu causa di molti interrogativi), trovò una sua identità in campo e, oltre a quella, anche punti fondamentali per la corsa all’Europa. Il risultato? A fine 2021 la Fiorentina si trovava in sesta posizione al pari della Roma con 32 punti raccolti e, soprattutto, sembrava aver ritrovato quella fiducia in sé stessa, quell’entusiasmo e quella grinta che la avrebbero riportata poi in Europa, sponda Conference League, a fine annata. Ed in tutto questo Italiano ci mise sicuramente del suo, alimentando con quella sua carica travolgente (che ultimamente ha riversato in maniera non propriamente elegante contro la sua ex squadra) una Fiorentina che seppe trovare, inizialmente, in quel “rigido” 4-3-3 una fondamenta sulla quale appoggiarsi sicura.

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