Oltre le difficoltà
—Si vedrà. Nel frattempo, perché non si può “scaricare” tutto sulle spalle della società, tocca al mister. E' lui, messo davanti all'ennesima difficoltà della sua giovanissima carriera, trovare la soluzione giusta per ritrovare l'equilibrio perso con l'assenza di Bove. E visto che ad inizio stagione ha già dimostrato di saper tornare sui propri passi non c'è ragione di credere che non sia in grado di farlo ancora. Il riferimento è a Beltran, e alle (giustificatissime) difficoltà che sta incontrando in quella posizione. Per carità, magari col tempo imparerà a farla, ma ora come ora la Fiorentina non può permettersi di giocare con due soli mediani e (di fatto) quattro attaccanti. Lo può fare per spezzoni di partita (vedi primo tempo di Bologna) o magari contro certi avversari (con l'Udinese mi immagino Sottil a sinistra) ma alla lunga, e con squadre più forti (vedi Juventus o Napoli) rischia di esporsi alla burrasca. Che fare, quindi? L'unica via (a meno che non si voglia tornare alla difesa a tre) mi pare quella di aggiungere un centrocampista. Passare al 4-3-2-1 insomma, almeno in determinate situazioni, sacrificando uno dei trequartisti o degli esterni. Il resto, deve venire soprattutto dalla testa. La sensazione infatti (e non da ieri) è che la Fiorentina stia attraversando un periodo di fisiologico calo e quando le gambe non sono strapiene di benzina, si sa, le energie supplementari devono arrivare dalla forza di volontà. Per questo, ci sono buoni motivi per mantenere alto il livello della fiducia. Perché questo gruppo ha già dimostrato di avere grandi risorse morali e perché l'allenatore ha dato prova di averlo saldamente in pugno. Avanti, quindi, senza far finta che non ci siano dei (piccoli) problemi da risolvere ma senza farsi prendere dal panico o dalla voglia di rompere tutto.
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