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La straordinaria forza di Bove: “Voglio tornare presto”. Salvato dal defibrillatore

Bucchioni Bove
La Fiorentina può riprendere il proprio cammino in campo anche grazie al desiderio dello stesso centrocampista romano di non fermare la corsa della sua squadra
Enzo Bucchioni Editorialista 

Giocate anche per me, presto voglio tornare con voi. Questa l’estrema sintesi di parole, emozioni, abbracci e sorrisi di una mattinata a Careggi dove è finito un dramma, dove ha vinto la vita. Bove ce l’ha fatta e questa è la cosa più importante. Bove s’è risvegliato e attorno a sé ha ritrovato tutti gli affetti più cari e una valanga d’amore, tanto grande come forse non si sarebbe mai immaginato. Bove ha scoperto l’enorme cuore del calcio, di Firenze, dei fiorentini e di tutti quelli che hanno vissuto i contorni del dramma. Bove ora sa che lui ama il calcio e il calcio lo ama. Un amore condiviso, grande e infinito che l’ha portato a spingere i compagni a giocare domani sera in coppa Italia contro l’Empoli, come se volesse rimettere in moto la macchina prima possibile per dire a tutti che la paura è finita e si può ricominciare. Per ora senza Bove, ma presto chissà… E’ tutta qui la giornata del risveglio e del ritorno alla vita, fra le visite dei familiari, dei dirigenti e dei compagni di squadra, l’attesa di tutto il mondo del calcio, la telefonata di Rocco Commisso che ha voluto sentire la voce di uno dei suoi figli, perché lo sappiamo, i giocatori sono tutti figli suoi. Ora si tratterà di capire cosa è realmente successo in quei pochissimi secondi quando in campo Bove barcollava e il mondo è caduto addosso a tutti, ma questo è e sarà un delicato compito dei medici. Per fortuna non c’è stato un infarto, non c’è stato un ictus, cervello e cuore non hanno lesioni. Non è poco. Ma capire non sarà semplice, il nostro corpo è una macchina imperfetta e nessuno la conosce fino in fondo. Ora si tratterà di rimandare in campo Bove perché il calcio è la sua vita più vera, ma questo è qualcosa che per ora possiamo soltanto sperare. Con fiducia, ma con pazienza. Lui lo vuole, il mondo del calcio lo vuole, spingiamo o preghiamo (fate voi) perché tutto torni come prima. L’energia positiva di tutti noi e il Dio del Pallone devono rimettere Bove esattamente dove era quando un malore lo stava per portare via e un defibrillatore l’ha restituito alla sua passione, alla passione di tutti noi. E all’amore della vita.

In campo con l’Empoli perché ha spinto lui

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Il defibrillatore è la fotografia di una giornata che non avremmo mai voluto vivere e raccontare, ma che alla fine ci parla di un mondo del calcio che quando vuole funziona. Un decina di anni fa il pallone s’è portato via Morosini per superficialità e impreparazione, oggi c’è tutta un’altra sensibilità e un’altra storia. Per proteggere la privacy di Edoardo, anche i compagni viola e i nerazzurri hanno emozionato, sono diventati una corazza, una testuggine compatta come avessero voluto proteggere Bove dalla morte che si sentiva nell’aria. L’hanno avvolto in una monade senza colori, un colore solo, il colore dello sport e dell’amore. Immagini che resteranno per sempre. L’Inter a caldo ha fatto la sua parte, come tutto il mondo del calcio. Se Bove è ancora vivo lo deve alla sua energia, ma attorno a lui nessuno ha sbagliato niente. Parole e opere quasi perfette anche al confine del dramma quando non è mai facile essere lucidi. Ci resteranno impresse le lacrime di Dodo. Gli occhi sbarrati di Comuzzo. La freddezza di Cataldi che ha capito cosa fare una frazione di secondo prima. La rabbia di Ranieri che avrebbe voluto un jet per portare subito via Edoardo da qualcosa che non poteva appartenergli. Ci resteranno tante cose nel cuore di una domenica che sarà impossibile dimenticare. Per fortuna diversa dalle domeniche di Curi e di Astori, di tanti altri, ma anche diversa dalla domenica di Joe Barone. Una domenica a lieto fine, come quella di Antognoni. Ripartiamo da qui, dalla voglia di vita e di pallone. E così, anche grazie alla spinta di Bove dal suo letto d’ospedale, la Fiorentina domani sera giocherà in coppa Italia contro l’Empoli. Erano tutti pronti a fermarsi ancora, anche Corsi e la sua squadra avevano dato la completa disponibilità. Il calcio sa andare oltre. Alla fine si gioca, ma questa partita prende un aspetto diverso, è il segnale più vero che si può tornare a guardare avanti con ottimismo. Anche per Bove. Chi giocherà, chi vincerà, come andrà, oggi sembra davvero valere tutto molto meno. Ci piacerà solo sentire il fischio dell’arbitro, un capotreno che fischia la ripartenza. Edoardo, si gioca. A presto.

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