Tante piccole, grandi, storie. Come tasselli di un mosaico che, uniti, vanno a comporre un'unica, splendida, immagine: la classifica della Serie A 2015/2016 dopo le prime sette giornate. Non sarà degno di una teca agli Uffizi, ma resta pur sempre un gran bel vedere. E il lunedì vuoto e infelice di qualche improbabile avvocato colombiano, certamente non lo scalfisce.
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Storie viola, storie di un primato che sa di rivincita
La Fiorentina spicca il volo in testa alla classifica anche grazie alle tante scommesse vinte sul campo
Tasselli su tasselli. Tutti viola, ovviamente. Fino a metà agosto li chiamavamo "scommesse", oggi sono la favola della buona notte che ogni tifoso della Fiorentina si racconta prima di addormentarsi. La prima storia parla di un portiere venuto dall'est in punta di piedi. L'anno scorso prima la panchina, poi la maglia da titolare e infine nuovamente la panchina. Il tutto in religioso silenzio, senza mai far pesare la maglia da titolare che indossa in nazionale. Ora Tatarusanu è la colonna portante della migliore difesa della Serie A: serve aggiungere altro?
E che dire di Astori? Uno che per un anno intero si è sentito dare del "sopravvalutato" dall'Italia intera. Ci ha pensato Conte, con la convocazione in nazionale, a certificarne la consacrazione. Convocazione che invece sembrava non bastare a Roncaglia: scartato da Montella e Gasperini, per fortuna non da Sousa. Ma l'emblema di questa Fiorentina lo si trova spostandosi a sinistra, in quel Marcos Alonso capace di passare dalla versione spagnola di Gulan al Frecciarossa travolgente (e goleador) di questo inizio stagione. Impegno, lavoro e sudore. Chapeau.
In mediana, invece, ecco la versione 2.0 dei tre tenori, con Vecino che sta sorprendendo tutti passato lo scotto dell'ambientamento in Italia. Pensare che per qualcuno doveva essere solo una meteora. Così come Badelj, bollato troppo presto come "pacco" nel corso della prima parte della scorsa stagione. Un altro "sopravvalutato" che giganteggia sui campi della Serie A. La ciliegina sulla torta, però, porta nome e cognome di colui che nei fatti si può considerare cittadino acquisito di Firenze. "Sembra tornato quello della prima stagione", si vocifera nei bar in città. In realtà, il Borja Valero rinvigorito dalla cura Sousa, è molto di più. Ricama, corre e inventa. Ma soprattutto è leader vero.
C'è un capitolo anche per Błaszczykowski nel libro cuore viola. Se riesci a superare un'infanzia come la sua, allora sei capace di tutto. E' proprio vero. Anche un infortunio al crociato alla soglia dei 30 anni. Con buona pace di Tuchel, tecnico del Dortmund sconfitto giusto ieri per 5-1 nello scontro diretto contro il Bayern. E se le storie di Ilicic e Kalinic, nonostante lo scetticismo d'agosto, sembrano più una logica conseguenza del loro talento cristallino (chiedere pure dalle parti di Milano), quella di Rossi resta ancora tutta da scrivere. Nella speranza che sia la più bella da raccontare...
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