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Quando il calcio tocca il fondo. In bocca al lupo Stefano Pioli

Stefano Pioli contestato già prima di mettere piede a Milanello. Siamo arrivati per certi versi ad un punto di non ritorno?

Saverio Pestuggia

Giampaolo vince a Genova, ma non convince la dirigenza rossonera che lo silura nonostante i tre punti guadagnati in classifica. Accade raramente, ma non c'è da stupirsi: il mite Giampaolo si era infilato da solo nella bocca del leone travestito da Diavolo accettando la panchina del Milan. Di un club titolato che sta annaspando in mezzo alle sabbie mobili per tornare a quello che per loro è la normalità, ovvero la partecipazione alle Coppe Europee. Di un club che ha una proprietà lontana e troppi dirigenti che mettono bocca.

Ma non voglio addentrami nelle disavventure del Milan perché francamente ci toccano molto da lontano, ma quando leggo che il sostituto di Giampaolo, una volta persa (o mai giocata) la carta Spalletti dovrebbe essere il buon Stefano Pioli mi viene da pensare che anche l'ex mister viola potrebbe cadere in una fornace capace di arrostire anche personaggi con il pelo sullo stomaco, figuriamoci una persona a modo e mite come Stefano Pioli.

Ed infatti stamani è partita una campagna social con tanto di hashtag #pioliout che ha veramente superato ogni limite della decenza. Si contesta un allenatore prima ancora che venga assunto proprio per intimidire una dirigenza sull'orlo di una crisi di nervi e soprattutto per far lavorare nel peggiore dei modi un allenatore.

Abbiamo toccato il fondo? Forse no, ma da Firenze rispondiamo con un altro hashtag #inboccaallupostefano. La persona e il professionista serio lo meritano sicuramente