Dopo i due gol in campo, pare che il più nervoso della compagnia fosse il portiere: nella lunga notte di Parigi, Neuer ha camminato senza pace attorno allo stanzone. Venerdì il caos della strada è arrivato fin lì, fin dentro alla pancia dello Stade de France: l’azione multipla dei seguaci del Califfo ha piegato anche i campioni del mondo. La Germania di Löw ha preferito non uscire dagli spogliatoi: lì ha passato la notte intera, terrorizzata dall’orrore che arrivava da fuori. Situazione imprevedibile, tensione sparsa che toglieva il sonno. Eppure qualche ardito ha provato a chiudere gli occhi: i tappettini su cui gli atleti fanno di solito esercizio fisico sono stati per una volta il giaciglio di tanti campioni, da Hummels a Gundogan fino allo juventino Khedira. Decisamente più comodo Schweinsteiger, accompagnato lungo quelle ore infinite dalla compagna, la tennista Ana Ivanovic. Per sciogliere i nervi è stato pure concesso un drink post-partita: Löw assieme al suo staff ha bevuto semplice Coca Cola, il team manager Bierhoff ha fatto il tedesco e preferito la birra. Poi, una volta al sicuro, l’ex Milan e Udinese si è lamentato: «Ci è stato assicurato che nello stadio fossero state adottate tutte le misure possibili. C’era grande insicurezza, paura, e un umore strano nello spogliatoio. I giocatori erano sotto choc, molti hanno preso il cellulare per informarsi o per chiamare parenti e amici».
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Per Gomez e gli altri notte allo stadio dopo la paura
I nazionali tedeschi hanno passato la notte negli spogliatoi dello stadio
LA FUGA
Da programma, la Germania sarebbe dovuta rimanere serenamente in città fino a oggi, per poi ripartire verso Hannover e prepararsi alla prossima amichevole. Invece ieri mattina, appena possibile, ha preso un volo e lasciato un Paese ferito. Sull’aereo, sorvegliato dalla polizia francese armata di mitra, sono saliti anche i giornalisti tedeschi al seguito della spedizione. Atterraggio a Francoforte dove la compagnia si è sciolta e solo oggi sapremo se verrà onorato l’altro impegno: c’è da giocare martedì ad Hannover con l’Olanda. «A tal proposito non prenderemo decisioni affrettate – ha spiegato Reinhard Rauball, presidente ad interim della Federazione tedesca – Parleremo coi giocatori e capiremo come metabolizzano l’accaduto. Personalmente vorrei non annullare l’amichevole per non darla vinta agli attentatori».
OLTRE IL SANGUE
Notte che nessuno scorderà mai. Notte da ostaggi, per fortuna non gli innocenti fucilati senza pietà. Notte pure di solidarietà tra giocatori: «Se restano i tedeschi restiamo anche noi», pare abbiano detto i giocatori della Francia. Les Bleus avrebbero voluto condividere il disagio con i colleghi, ma per loro è stato un po’ più semplice abbandonare lo stadio. Intorno alle 3 la decisione della delegazione francese di lasciare Saint Denis e dirigersi nel centro di Clairefontaine: i giocatori sono andati a dormire all’alba, si sono svegliati dopo mezzogiorno e hanno scoperto presto una decisione ad alto tasso simbolico. Anche se era stato preso in considerazione il rinvio dell’amichevole con l’Inghilterra martedì a Wembley, l’incontro è stato confermato. Nel centro federale, intanto, gli standard di sicurezza sono arrivati a livelli mai visti e presto verrà installato pure un metal detector. Tra l’altro, ieri per ore si è rincorsa la voce di una macchina sospetta non lontano dagli alloggi della nazionale. Allarme rientrato e il giorno dopo tutti hanno ringraziato il sangue freddo della Federazione: venerdì, in minuti convulsi di riunioni incrociate, prima che il presidente François Hollande lasciasse lo stadio di gran fretta, si è presa la decisione di continuare la partita. Oltre il panico e il sangue, il calcio e la vita andranno avanti sempre.
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