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Le ‘tre D’ di Diego e il D-Day viola: si decide il futuro della Fiorentina

Il fratello Andrea per la resa dei conti con Sousa e la squadra. Ma che fine ha fatto il motto aziendale di famiglia, tanto caro ai Della Valle?

Alessio Crociani

Dignità, dovere e divertimento. Il motto aziendale di Diego Della Valle, quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere rispettato anche "in Fiorentina", non lascia adito a dubbi: tutti colpevoli nell'ultimo mese e mezzo. Senza attenuanti, anche se con proporzioni assai diverse distribuite tra le varie anime viola. Ma che fine hanno fatto negli ultimi tempi i tre punti cardine della filosofia di famiglia ai quali dovrebbero rispondere tutte le aziende di Casette D'Ete? Tutte, già, tranne una. Perché?

Perché questo lassismo diffuso che così tanto stona con le ultime dichiarazioni di Andrea Della Valle? Nel dettaglio: dignità? Solo confrontando la classifica attuale con le aspettative di inizio stagione. Per il resto, poco altro, almeno nell'ultimo mese e mezzo, mentre sul divertimento meglio soprassedere. E se sul "dovere" i discorsi da fare sarebbero molti, e con diverse interpretazioni, ci limitiamo a constatare che, ove anche il monito fosse stato rispettato in questo inizio 2016, ad oggi non se ne riscontrano neanche lontanamente i risultati.

Questo, oltre a certi atteggiamenti di cui sarebbe reo Paulo Sousa da fine gennaio a oggi, in primis il non aver cavalcato le dichiarazioni del Patron sul proseguimento del rapporto, alla base del progressivo logoramento dei rapporti tra la proprietà viola, pubblico e lo stesso tecnico portoghese. Una scollatura dalle ripercussioni devastanti sul campo e dagli esiti ancora incerti, al di là delle dichiarazioni di facciata di Sousa nel post gara di Empoli. Oggi il D-Day, la resa dei conti, per chiarire (speriamo) questo e molto altro. Ci siamo, si scrive il futuro della Fiorentina.

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