Il derby delle illusioni: quando una proprietà facoltosa non basta…

A volte non bastano i soldi per fare la felicità. L'assioma si applica bene anche al calcio, e in particolare alla gara di domenica prossima tra Bologna e Fiorentina. Guardi la classifica delle ultime due stagioni, la accosti alla fotografia di oggi e già un'idea te la fai sul perché è facile parlare di sfida tra deluse di lungo corso. Pensare che al di là dell'Appennino – nonostante la solidità della famiglia Saputo, sotto le due torri dal 2014 – hanno pure visto in faccia lo spettro della B. Qua a Firenze, per fortuna, ce la passiamo meglio, ma il paradosso resta lo stesso: due proprietà potenzialmente da Champions che si accontentano di vivacchiare spalla a spalla con il ceto medio della Serie A. Perché?

I soldi, dicevamo, sono condizione necessaria ma non sufficiente per fare bene nel calcio. Vanno spesi, e spesi bene. Cosa per niente scontata quando provi a districarti nel sottobosco oscuro e velenoso di questo mondo. Ma neanche impossibile, come dimostrano ad esempio i risultati raggiunti dalla Fiorentina nel quadriennio 2012-2016, oppure quelli più recenti di altre realtà meno ricche rispetto a quelle viola e rossoblù.

E a proposito di tratti in comune, quella del Dall'Ara sarà anche la partita degli ex Pioli e Corvino. Il primo dall'ottobre 2011 al gennaio 2014 nel capoluogo emiliano sotto la traballante presidenza Guaraldi (9° e 13° posto, ma pure una retrocessione a metà con Ballardini), il secondo ingaggiato da Saputo tra dicembre 2014 e maggio 2016: 4° in B (promosso col fiatone dopo i play-off) e 14° in campionato. Perché i soldi non bastano. Vanno spesi, e spesi bene. E INTANTO LA SITUAZIONE DEL BOLOGNA È SEMPRE PIÙ PREOCCUPANTE...

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