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Diritti Tv: ecco come sarebbe con il modello inglese

La Fiorentina avrebbe pochi milioni in più, ma per le grandi ci sarebbero problemi. I dati a confronto per le 20 società di serie A.

Saverio Pestuggia

Il Governo scende in campo per cercare di risolvere i problemi del calcio italiano. In attesa che la legge sugli stadi dia risultati tangibili, è al vaglio dell’Esecutivo una riforma della legge Melandri che dovrebbe portare a una diversa distribuzione dei proventi dei diritti televisivi, con una forbice meno ampia tra le risorse in arrivo per le grandi e le mediopiccole.

L’obiettivo è andare verso un modello all’inglese, come riportato dal Corriere dello sport. Nelle scorse settimane, invece, una analisi di calcioefinanza.it aveva già fatto chiarezza su quali sarebbero stati gli effetti di una applicazione del modello inglese tout court. E la sintesi numerica – utilizzando i dati dell’ultimo campionato disputato – è nel grafico qui sotto. Precisiamo che i dati sono diversi da quelli usciti recentemente perché si riferiscono alla stagione 2014/15 quando dalle televisioni arrivava un totale minore.

Sempre tratto da calcioefinanza.it le differenze tra i due criteri di ripartizione

La Legge Melandri

  • parti uguali: 40%
  • sostenitori: 25%
  • cittadini: 5%
  • risultati dell’ultima stagione: 5%
  • risultati dell’ultimo quinquennio: 15%
  • risultati dal 1946/47 all’ultimo quinquennio: 10%
  • I criteri della Premier League:

  • parti uguali: 50% (più il 100% dei diritti tv venduti all’estero)
  • risultati ultima stagione: 25%
  • passaggi televisivi: 25%