COMUZZO 7: il gol di Udine, nella sua regione di nascita, corona una stagione indimenticabile. Da ragazzino alla Nazionale. Una parabola improvvisa e vertiginosa, con una prima parte di stagione stratosferica poi un calo fisiologico, dovuto forse anche alle distrazioni delle sirene di mercato da Napoli. E' comunque sempre rimasto focalizzato, ha fatto esperienza anche in altri ruoli (centrale della difesa a 3 e terzino destro), riprendendosi il palcoscenico nel finale. Ne esce pronto per la stagione della definitiva conferma.
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Pagellone VN: tra due 9 e due 4, tutti i voti di una Fiorentina dai mille volti
PONGRACIC 6: prima parte di annata da oggetto misterioso, tra il titolo di difensore più costoso della storia viola, le difficoltà di fare il centrale della difesa a tre e un lungo infortunio. Poi torna, si rimette in forma e diventa un pilastro della retroguardia, a tratti anche esaltante. La valutazione complessiva risente un po' di quella distrazione su Ezzalzouli ai supplementari che è valsa l'eliminazione in semifinale di Conference League, ma non per questo è una valutazione negativa. Giusto ripartire anche da lui per continuare a crescere.
RANIERI 6,5: diventa capitano in corso d'opera e merita la fascia per tutto quello che mette in campo a fronte del fatto che non è un corazziere e non ha i piedi dei migliori registi difensivi. Sottovalutato, fa valere il suo passato da terzino quando prende e si sgancia in avanti, si toglie delle soddisfazioni enormi come il gol all'Inter nel 3-0 al Franchi o quello della speranza al Villamarin di Siviglia. Simbolo di perseveranza, testa calda sulla quale ha lavorato ma che a volte fa capolino e, senza esagerare, gasa pure.
PABLO MARI' 6: arrivato a gennaio su esplicita richiesta di Palladino, viene tenuto fuori dalla lista UEFA salvo poi scoprire che sarebbe servito non poco visto il passaggio alla difesa a tre. Il suo apporto è apprezzabile, certo non erge muri insuperabili ma aiuta a cementare la difesa a tre che accompagna la seconda parte di stagione e porta al secondo miglior risultato in termini di punti in campionato negli ultimi sedici anni. Mica noccioline, dato che sulle coppe non ha potuto intervenire.
MORENO 5: rimandato. Ci mette coraggio e fa intravedere cose interessanti in partite non semplici, ma pare ancora acerbo e commette errori che a questi livelli vengono puniti senza pietà. Ha bisogno di fare esperienza, come ha fatto Valentini, prima di poter essere veramente utile alla causa.
DODO' 7: insostituibile, sia perché si è espresso su ottimi livelli per tutta la stagione, sia perché da gennaio in poi non c'era proprio nessuno che poteva fare il suo ruolo. Come ha commentato un po' di tempo fa Adli: cosa non sarebbe con un po' di tiro... Mostruoso nella velocità di recupero post operazione all'appendice, potrà godersi la vacanza pagata da Kean per gli assist che gli ha servito ma non prima di aver scoperto cosa riserveranno le prime convocazioni del nuovo ct del Brasile Carlo Ancelotti. Poi forse arriveranno le questioni di mercato, anche se la speranza è che possa tornare il sereno con la Fiorentina e che rimanga a Firenze.
GOSENS 7,5: il primo degli umani, se si eccettuano De Gea e Kean. Straripante quando torna a martellare da quinto di sinistra, ma ottimo anche da terzino, con coperture e furore in difesa e in attacco. Si presenta con il gol del pareggio col Monza, segna quello della vittoria a Genova, punisce la Juventus, la gente lo adora per l'atteggiamento e i compagni gli riconoscono una leadership innata. A marzo prende letteralmente per mano la squadra e le prolunga la vita di un paio di mesi abbondanti, mentre per poco non rimonta da solo il Betis in semifinale di Conference League con due zuccate su calcio d'angolo. In campo è sontuoso, fuori dal campo staremmo ad ascoltarlo per ore. Quando vuoi Robin, una rubrica su Violanews appena smetti di giocare è tua.
PARISI 5,5: fino a un certo punto va come a Terracciano, che gli vuoi dire se davanti ha Gosens? Poi però il tedesco ha un infortunio, in seguito Dodò non ha più un vice, infine in certi frangenti fa anche coppia con l'ex Atalanta sulla stessa banda. Qualcosa di intrigante viene fuori e ci si può lavorare in futuro, però le amnesie difensive, come quella in Spagna per il primo gol del Betis all'andata, rimangono e macchiano una stagione altrimenti positiva nonostante non da protagonista.
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