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Scanagatta non ci sta: “Quelli concessi sono rigori sacrosanti”

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Ubaldo Scanagatta grande esperto di tennis e appassionato di calcio e Fiorentina va controcorrente. "Questi rigori vanno fischiati".
Redazione VN

Vedo che a seconda di un brutto pareggio o di una vittoria - bellissima ma conquistata grazie a due rigori magistralmente parati perché altrimenti sarebbe stata una sconfitta - cambiano gli umori e le valutazioni anche sul mercato. Che quindi si dovrebbero riflettere sulle proiezioni della classifica. Anche le opinioni su Prade e Palladino sono mutevoli.

Io forse perché mi occupo generalmente di un altro sport sono per avere sempre maggior equilibrio. Come diceva Kipling vittoria e sconfitta sono due impostori che tendono a ingannarti. Sul discorso rigori sta emergendo una posizione qualunquista: cioè che certi rigori non si dovrebbero dare.


Secondo me occorre fare dei distinguo: si gioca a grandi velocità rispetto a una volta ed è giusto premiare, nel calcio come nel tennis, chi ha l’abilità di giocare di anticipo. E punire con il rigore chi essendo più lento o più ingenuo commette quello che resta un fallo se è un calcio o un pestone che è semplicemente conseguenza di un ritardo agonistico-tecnico come di riflessi. Diverso secondo me è il caso, ad esempio, del rigore concesso alla Juventus quando un giocatore è sospeso per aria nel tentativo di saltare, un avversario gli si appoggia sulla spalla anche impercettibilmente e questi nel tentativo di non perder l’equilibrio allarga il braccio e il pallone va a colpirgli la mano. Li il giocatore non è stato né inesperto né truffaldino, non c’era alcuna volontarietà. E non poteva tagliarsi il braccio neanche lasciarsi cadere a corpo morto per non farsi fischiare un assurdo rigore

Aggiungo che se non si vogliono cambiare le dimensioni dell’area di rigore il fatto che un calcio o un pestone dovuto a un ritardo di un calciatore rispetto all’anticipo di un altro, avvenga ai limiti dell’area e da una posizione da cui sarebbe stato impossibile far gol rispetto a una in cui si sarebbe probabilmente fatto, deve essere considerato ininfluente. Anzi, per certi versi, il fallo commesso dal difensore quando neppure poteva dirsi “necessario e salvifico” va giustamente sanzionato in quanto ancor più ingenuo e colpevole.

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