Ullallà direbbero in Francia. Paese raffinato, elegante. Patria di quel Franck Ribery sempre più stella, sempre più leader della Fiorentina insieme a Federico Chiesa e a Gaetano Castrovilli. Il "vecchio" e... i bambini. Vecchio, però, il transalpino non lo è affatto. Perché corre come un forsennato. I 36 anni sono solo sulla carta d'identità. Le gambe viaggiano che è un piacere. E sui piedi.. beh, che dire. Quelli ci sono sempre stati e sempre ci saranno. La tecnica sopraffina di Scarface non la scopriamo certo noi, oggi, a Firenze. Vederlo, però, dal vivo e non in televisione far andare a spasso gli avversari con una facilità impressionante è incantevole, magico. La sterzata repentina e il cross al bacio per la capocciata vincente di Pezzella sono gesti da campione. Ribery, vicino alla vittoria del Pallone d'Oro pochi anni fa, lo è eccome. E non ci dimentichiamo i tre cartellini gialli procurati, la prova eccellente contro la Juventus e il gol da fantascienza contro l'Atalanta. Se la Curva Fiesole gli canta "Il fenomeno" - coro tributato ad Adrian Mutu, non uno qualunque -, un motivo ci sarà.
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Ribery, c’est fantastique
Calma e sangue freddo, ma con un Ribery così risalire la classifica sarà sicuramente più facile. I campioni possono inventarsi una grande giocata da un momento a un altro, i semplici calciatori no
Calma e sangue freddo, ci mancherebbe. La Fiorentina è tornata a vincere ieri dopo tempo immemore. Il mondo è praticamente cambiato da quel 17 febbraio, giorno dell'ultima vittoria viola in Serie A. I difetti non mancano (con 18 giocatori nuovi sarebbe sorprendente se non ce ne fossero), ma con un Franck così risalire la classifica sarà sicuramente più facile. I campioni possono inventarsi una grande giocata da un momento a un altro, i semplici calciatori no. E pensare che per qualcuno era solo un colpo mediatico. Vero presidente Cairo?
Ribery, c'est fantastique!
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