Alla vigilia di Fiorentina-Benevento (clicca qui per abbonarti a DAZN) Cesare Prandelli prende la parola in sala stampa. Ecco le sue parole:
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Prandelli: “Chiedo coraggio e voglia di vincere. Difesa a 4? Cambiamenti saranno graduali”
Cesare Prandelli alla sua prima conferenza stampa di presentazione di un match. Si riparte con Fiorentina-Benevento
"Conoscevo Pietro, come conosco il fratello e mando un abbraccio alla famiglia Vuturo. E' stato un grande tifoso e un grande personaggio, lo ricordo con sentimento.
Cosa vorrei vedere domani? Soprattutto la voglia di vincere, di rimanere uniti anche nei momenti difficili. Chiaro che non posso pretendere di vedere già con precisione quello che voglio fare, ho trovato i giocatori molto disponibili. I nazionali sono arrivati ieri, hanno fatto solo 2 allenamenti, ma hanno mostrato anche loro voglia di fare. Quando c'è un cambio di allenatore ci sono sempre i primi giorni traumatici, vorrei vedere una squadra che vuole trovare la vittoria.
L'aspetto interessante che ho trovato è una società molto coesa, un ambiente molto professionale, anche sotto l'aspetto medico, mi sembra che ci siano tutte le componenti per programmare qualcosa di importante. Joe Barone, Pradè e tutti coloro che ruotano intorno alla squadra mi sembrano molto coesi e determinati.
Pulgar? Mi piace molto, ha buone geometrie e temperamento. E' un giocatore che sarà importante per questa Fiorentina, in queste settimane ho cercato di coinvolgere tutti, avrò la possibilità di variare le situazioni anche durante la partita. In questo momento di lockdown a fare la differenza, più dei sistemi di gioco, sono le 5 sostituzioni che possono cambiare una partita.
Il coraggio? Lo chiedo nell'attaccare l'area avversaria con un uomo in più e anche avere la capacità di giocare la palla in zone difficili, coraggio vuol dire anche personalità.
Cosa vorrei rivedere della vecchia Fiorentina? E' un capitolo nuovo. Sicuramente vorrei che la squadra sia un orgoglio per la nostra città e la nostra società, una squadra che deve uscire dal campo sempre dando tutto.
Gli attaccanti? Per me un attaccante deve avere fiuto del gol ma al tempo stesso aiutare la squadra. Una sana competizione interna ci può stare, ma non penso di cambiare in continuazione, serve dare una continuità. Alcuni giocatori li ho avuti solo per pochi giorni, poi dalle prossime settimane sceglierò chi mi può dare delle garanzie.
Le emozioni? A mente lucida non credevo di poter tornare, ma nei miei sogni mi capitava di ritrovare il mio fischietto e la mia tuta viola. Adesso sono qua e si ricomincia una nuova storia, mi auguro di essere ancora protagonista.
Le dichiarazioni di Commisso? Ho sempre sostenuto che quando parla un presidente bisogna ascoltarlo e non commentarlo. Se lui ha detto determinate cose è perchè ha una cultura diversa dalla nostra e dovremmo riflettere, lui ripete sempre che non sopporta le bugie. Il tifoso deve pensare che la società ha sta progettando il futuro e sta facendo investimenti importanti nel centro sportivo e nel tentativo di costruire uno stadio, teniamoci stretto uno così e lo dico da tifoso. Poi è chiaro che conta il presente e la partita di domani, ma si può sognare in grande.
Ribery? Ho avuto un confronto con lui, è un trascinatore e uno che vuole sempre vincere anche in partitella. Non vorrei che diventasse un unico riferimento per la nostra manovra, ogni tanto vorrei vederlo anche in altre zone del campo per valorizzare la sua capacità di finalizzazione e di servire l'assist. Mi ha dato grande disponibilità e stiamo lavorando.
Il Benevento? Ha cattiveria e voglia di lottare su ogni pallone, ma anche buona capacità di sviluppo azioni ed è bravo nelle transizioni. In campo dovremo mettere quello che mette il Benevento per sfruttare le nostre qualità superiori, ma dobbiamo dimostrarle sul campo.
La Nazionale? Mancini ha trasmesso la sua mentalità, è una squadra che vuol costruire sempre gioco e che ha tanti giovani interessanti. Il problema del Ct sarà fare le scelte.
La formazione? Non voglio dare nessun tipo di vantaggio all'avversario e ancora non la sanno nemmeno i giocatori.
Il fortino? Ci sono tutte le premesse per ricrearlo, sono convinto che Firenze meriti tanto. Abbiamo la fortuna di avere una società che ha voglia di investire e far tornare grande questa squadra, le premesse ci sono. Poi dovremo confrontarci con la realtà, ma se siamo tutti insieme ce la possiamo fare. Il fortino è una metafora, è come le vecchie mura del Michelangelo a Firenze, dobbiamo difenderci dagli attacchi esterni, non dobbiamo attaccarci tra di noi.
Difesa a 4? I cambiamenti vanno fatti con gradualità, non posso stravolgere i sistemi di gioco in pochi giorni. Se ci saranno dei cambiamenti saranno solo su situazioni di gioco, non farò stravolgimenti. Siamo legati ai numeri del sistema di gioco, ma conta soprattutto l'interpretazione. Lirola e Biraghi insieme a 4? Sono giocatori con propensione di spinta, ma con i giusti equilibri si può fare.
Callejon? E' un giocatore importante che può fare la differenza. Ma come tutti i giocatori deve avere una condizione importante, servirebbe un percorso molto lungo ma lui ha già iniziato il suo lavoro e dopo 3-4 giorni faremo un punto. Nel momento in cui troverà la condizione fisica può essere veramente importante per noi e lo stiamo aspettando".
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