Da amici a... nemici? No, non esageriamo. Nemici è un termine troppo forte quando si parla di calcio. Avversari, però, sì. Da una parte Giovanni Simeone, dall’altra Leonardo Pavoletti. Il destino li aveva uniti, il calciomercato li ha divisi.
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Da nuovi Aguilera e Skuhravy ad avversari: la gara di Simeone e Pavoletti
Uno lotta per trascinare la sua squadra in Europa League, l'altro si trova a giocarsi la salvezza: i due ex compagni di squadra si ritrovano l'uno contro l'altro
Al Genoa l’argentino e l’italiano hanno formato una delle coppie meglio assortite e più prolifiche della prima parte della stagione 2016-17. Alcuni tifosi rossoblù li avevano addirittura paragonati ad Aguilera e Skuhravy. Intesa perfetta e gol a raffica. Come i due segnati dal Cholito nella vittoria per 3-1 contro la Juventus al Ferraris nel novembre 2016 e la rete realizzata da Pavoloso nel netto 3-0 rifilato al Milan di Montella, sempre tra le mura amiche. Se prima di Natale il Grifone volava, gran parte del merito era da attribuire proprio ai due attaccanti. La cessione del centravanti di Livorno al Napoli, insieme a quella di Rincon alla Juventus, creò più di un problema al Genoa, non a caso salvatosi solo alle ultime giornate dello scorso campionato. Simeone, nonostante il calo della formazione ligure e lo spettro della Serie B, è rimasto uno dei migliori.
Gol e buone prestazioni, quelle del Cholito, che gli hanno valso la chiamata della Fiorentina. Giovanni ci ha messo poco a diventare un beniamino dei tifosi e adesso vuole portare la viola in Europa League, giusto premio di un’annata travagliata. Obiettivo difficile, ma a portata di mano. Servirà battere il Cagliari dell’amico Pavoletti. I tifosi lo avevano accolto da re in estate. Terminale offensivo di una squadra formata da buoni talenti come Cragno, Romagna, Joao Pedro, Barella, Sau e Farias. Insomma: una compagine, in teoria, più forte di quelle che abitano la parte bassa della classifica. Già, in teoria. Perché in pratica i sardi stanno vivendo un incubo. La B è a un passo e il calendario, dopo Fiorentina, recita Atalanta. Serviranno due miracoli. Se la retrocessione dovesse diventare realtà, il presidente Giulini avrebbe l’obbligo di farsi qualche domanda.
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