Partiamo da un presupposto: il Cholito Simeone e Dusan Vlahovic hanno lo stesso numero di gol segnati durante l'International Champions Cup (CLICCA PER RIMANERE AGGIORNATO SULLA ICC); fermandoci a questo dato, il film viola dell'estate, Una poltrona per due, di cui vi avevamo scritto (LEGGI QUI) prima della partenza della squadra per gli USA, non sembra ancora aver raggiunto il suo finale.
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Cholito, attento: Dusan ha una sorpresa in serbo per te…
Tra i due litiganti, il terzo deve ancora arrivare: chi sarà la punta titolare della Fiorentina? Il confronto
Invece, mettendo a confronto Dusan e Giovanni sotto tutti i punti di vista possibili, viene fuori un riferimento ad un'altra pellicola: Il sorpasso. Del primo sul secondo, s'intende. Per cosa? Verosimilmente, per un posto da seconda punta dall'inizio (più complicato per via del modulo) o a partita in corso, oppure, in determinate circostanze, anche da primo ariete della Fiorentina. Ma arriverà un altro numero 9 dal mercato.
Tornando al dualismo Vlahovic-Simeone, partiamo con il duello.
Capacità fisiche
Per quel che riguarda il fisico, Simeone è alto 1,80 m, Vlahovic lo supera di dieci centimetri. Questo surplus di massa corporea non si traduce in minore velocità, visto che il serbo sfrutta le lunghe leve per coprire più terreno degli avversari. Simeone è capace di ottimi sprint, ma non ha certo le capacità aerobico-atletiche del compagno di reparto. Madre Natura, insomma, favorisce Dusan.
Stato mentale
Poco male, quel che manca in centimetri lo si recupera a livello mentale... O forse no; il Cholito, protagonista di una buona annata nella sua prima stagione in viola, viene da un 2018/19 da horror, tra errori grossolani e gesti poco saggi verso il pubblico, come quel dito alla bocca dopo la rete all'Empoli in casa. Vlahovic, dominante la scorsa stagione in Primavera, sta dimostrando di saper pensare in fretta e bene, trovando soluzioni multiple per battere difensori e portieri: qualche esempio? Il tacco volante contro il Val di Fassa Team, la traversa di potenza colpita contro il Chivas, lo stop di petto orientato per galoppare verso la porta dell'Arsenal, la rete dal nulla contro il Benfica, il movimento sul passaggio di Chiesa che è sfociato nel palo sempre contro i lusitani. In pratica, non c'è una partita in cui il numero 29 non si sia fatto notare.
Il cigno serbo unisce prestanza fisica, rapidità di esecuzione ed eleganza, risultando più efficace e più bello da vedere rispetto ad un volenteroso, grintoso ma impacciato Simeone (che ha segnato coi messicani, ma ha mancato scivolando un'ottima chance contro l'Arsenal nella ripresa).
Storico
L'unico dato che sorride al figlio d'arte è quello dei gol in Serie A: 32 in 3 anni contro 0 in qualche sparuta presenza. Non fosse stato per il miracolo di Dragowski, al ritorno sempre con l'Empoli, si parlerebbe di 32 contro 1... Ma c'è da scommettere che quello 0 avrà vita breve. E anche quel 32 lì accanto non è poi così lontano...
La Fiorentina ha aperto una nuova pagina della propria storia, e, nonostante la volontà della società di rilanciare Simeone, ci piace pensare che sia anche un giocatore del Nuovo Millennio a scriverne le prime, emozionanti righe.
Una nota a margine: si sottolinea la migliore base fisica a disposizione di Vlahovic, ma una svolta a livello mentale rilancerebbe del tutto Simeone: l'argentino non può essersi dimenticato di come ha fatto a segnare 26 gol in due stagioni tra Genoa e Fiorentina. Se tornerà quel Simeone, torneranno un ricordo le polemiche, e magari la Viola avrà un tandem letale a costo zero. Perché no?
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