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Chiesa: “Sono cresciuto, ma devo migliorare tempi e… il sinistro. Credo nel progetto Fiorentina”

Federico Chiesa si racconta a Sportweek: "Ma il mio futuro è soltanto l'allenamento di domani"

Pier F. Montalbano

Su Sportweek troviamo una lunga intervista a Federico Chiesa che si racconta dentro e fuori dal campo un anno e mezzo dopo l'esordio in Serie A: "Pioli dice che devo attaccare la profondità coi tempi giusti? Ha ragione, a volte scatto prima del tempo e finisco in fuorigioco, oppure non seguo il movimento del compagno. Devo imparare da Callejon, che non è sono un maestro nei tagli. Ma pure lui non era così bravo all'inizio: ci è arrivato con l'allenamento".

Quando calcia verso la porta sembra ogni volta che sia l'ultima: "E' una cosa che mi ha trasmesso mio padre, di certo ci metto tanta cattiveria. Sì, cattiveria è la parola giusta. Dove preferisco giocare? Dove mi fa giocare il mister, anche Ronaldo a Manchester giocava a destra e calciava di sinistro, finché non è diventato bravo come con l'altro piede. Devo riuscirci anche io".

Una cosa che non manca è soprattutto la personalità: "L'ho acquisita nel tempo, per esempio quando non giocavo nei Giovanissimi e negli Allievi della Fiorentina. Perché? Non ero abbastanza alto e grosso per competere a livello nazionale e quindi sedevo in panchina. Non mi sono mai abbattuto anche grazie ai miei genitori che mi hanno spronato a non mollare e a dare tutto in ogni allenamento che interpretavo come fosse una partita. L'altezza non mi ha mai creato complessi, sapevo che non sarei diventato un gigante. Mi bastava superare i 173 centimetri di mio padre, adesso sono 1.80 e va bene così".

Un anno fa esordiva in Serie A, cosa è cambiato da allora a oggi dentro e fuori dal campo? "Fuori sono sempre lo stesso, i miei mi hanno dato un'educazione tale per cui è difficile che io passa cambiare come persona. Mi hanno insegnato a non sottovalutare quello che c'è fuori dal calcio: la scuola, gli amici quelli veri che porto dietro da quando sono bambino. Nel calcio puoi essere avvicinato da tante persone che non tengono a te, ma ciò che rappresenti e di cui potrebbero approfittare".

In campo?  "Sono cambiato e migliorato parecchio. A livello tattico sono cresciuto nella fase difensiva, imparando a tenere la posizione: era un lavoro a cui non ero abituato nelle giovanili dove giocavo sempre alto. A livello tecnico sono più forte proprio nel tiro, dato che ho già fatto quattro gol di più dello scorso anno. Ma ripeto, il sinistro va ancora perfezionato".

Dopo le scoppole con Samp e Verona che squadra è oggi la Fiorentina? "Una squadra che ha iniziato un nuovo ciclo dopo la cessione di giocatori importanti come Bernardeschi e dei senatori come Borja, Kalinic e Gonzalo Rodriguez. Essere il più pagato e con grandi responsabilità mi esalta: ho firmato il rinnovo del contratto perché credo nel progetto del club. Detto questo, il futuro è soltanto l'allenamento di domani".

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