Alcune vittorie della Fiorentina non si dimenticano, anche a tanti anni di distanza. Impossibile, allora, non citare il successo contro la grande Inter di Giovanni Trapattoni nel campionato 1988-89.
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VIOLA VINTAGE – Borgogol uccella lo zio Bergomi e manda a tappeto la grande Inter
Era il 12 febbraio 1989. Fu una gara dalle mille emozioni. Decisivo il gol di rapina di Borgonovo. E chi se la scorda quella partita
Le due formazioni si affrontarono a Firenze alla diciassettesima giornata, il 12 febbraio 1989. I gigliati di Sven-Goran Eriksson, ottavi in classifica a quota sedici punti, erano reduci dalla sconfitta esterna contro il Bologna per 1-0, mentre i nerazzurri, imbattuti e primi a ventotto lunghezze, venivano dalla vittoria per 1-0 col Torino.
“L'Inter scopre una paura viola”, “La Fiorentina è l'unica squadra col Bayern ad aver battuto i nerazzurri”, titolò La Stampa il giorno della partita. La Fiorentina, infatti, aveva già sconfitto l'Inter, in Coppa Italia per 4-3 il 28 settembre 1988 a Piacenza.
La Fiorentina scese in campo con: Landucci, Bosco, Mattei, Dunga, Battistini, Hysen, Salvatori, Cucchi, Borgonovo, Baggio, Di Chiara. L'Inter, che aveva subìto solo 5 gol nelle precedenti 16 partite, rispose con: Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Matthaus, Serena. Gli ospiti sbloccarono l'incontro al tredicesimo con un rigore di Matthaus. I padroni di casa pareggiarono al trentatreesimo con Baggio. Ad inizio ripresa i viola firmarono il sorpasso grazie ad un sinistro chirurgico di Cucchi, autore di una clamorosa traversa nella frazione iniziale. L'Inter, però, non si arrese. Anzi, dimostrò di essere una grande squadra portandosi prima sul 2-2 al cinquantacinquesimo e poi sul 3-2 centoventi secondi più tardi, entrambe le volte con Serena, di testa. Il meglio, per i tifosi della Fiorentina, doveva ancora venire. Al settantatreesimo Borgonovo siglò il 3-3 con un tocco ravvicinato, poi all'ottantacinquesimo intercettò il passaggio all'indietro di Bergomi per Zenga, driblò l'Uomo Ragno e depositò, facile facile, la palla in rete per il 4-3 finale. Una partita che rimarrà per sempre nelle storia della Fiorentina non solo per il risultato, ma anche per la pessima prestazione del fischiatissimo ex Nicola Berti, accolto dalla Curva Fiesole con lo striscione: “Questa è la storia di un mercenario che gioca solo pensando all'onorario, lui non ha cuore, non ha orgoglio: lui gioca solo pensando al portafoglio. Ogni domenica gioca a Milano, Nicola Berti l'ha fatto per il grano”. In balia delle giocate di Roberto Baggio, Trapattoni fu costretto a sostituirlo dopo appena mezz'ora. “Non so perché sono uscito così presto, aspetto una spiegazione da Trapattoni. Questa storia continuo a non capirla. Non voglio polemizzare, ma voglio che si sappia che sono incavolato, ma incavolato nero perché stare in panchina non mi piace”, disse Berti. “Forse ho sbagliato, ma ho deciso di toglierlo perché non riuscivo più a sopportare che i tifosi della Fiorentina lo fischiassero tutte le volte che toccava la palla. Berti è un ragazzo giovane e ho voluto evitargli un linciaggio morale”, spiegò il Trap.
“Il Borgonovo F.C. castiga l'Inter”, “Splendida prova della Fiorentina che batte per la seconda volta l'Inter”, titolò La Stampa il 13 febbraio 1989. “Baggio è il nuovo Meazza – sentenziò nel post partita l'avvocato Claudio Pontello -. Eriksson resta, la firma è solo una formalità. L'Inter si era montata al testa, noi l'abbiamo ridimensionata”. “Fra campionato e Coppa Italia abbiamo segnato otto gol all'Inter. Otto gol alla difesa della nazionale azzurra, roba da non credere. Se continuiamo a giocare così, arriveremo in alto. Baggio, adesso, è il miglior giocatore italiano. Con Borgonovo merita la nazionale, me le decisioni spettano a Vicini”, disse Eriksson. “Dedico questa vittoria ad un tifoso della curva recentemente scomparso in un incidente stradale. Dedico la mia gioia a questa città che mi ha adottato dopo l'incidente che mi aveva portato fuori dal calcio. Il futuro? Aspetto la chiamata del Milan. Credo mi diranno che dovrò lasciare Firenze. Io non so cosa rispondere, sicuramente dirò che a Firenze mi trovo benissimo. Se mi portano via da qui, il mio sarà un dolore fortissimo”, furono le parole di Borgonovo. “Che partita, la più bella della mia vita. L'Inter non mi è piaciuta, ma alla fine vincerà il campionato. Il vero Baggio lo dovete ancora vedere, posso fare di meglio”, dichiarò il profetico Divin Codino.
Fu un ko amaro per l'Inter, anche se poi si laureò campione d'Italia per la tredicesima volta nella sua storia con cinquantanove punti. La Fiorentina, invece, si classificò settima a quota trentaquattro lunghezze. I migliori marcatori gigliati furono Baggio con quindici gol e Borgonovo con quattordici. Era la magica B2.
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