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NONOSTANTE I DIFETTI

3 metri sopra il Celje: perché la Fiorentina può arrivare in fondo anche stavolta

Kean
Un altro quarto di finale col fiato sospeso, come sempre è stato negli ultimi anni: la Conference continua, e noi continuiamo a seguirla. Vuoi vedere che dopo otto mesi abbiamo capito come funziona il giochino? Speriamo!
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Il primo commento, questa volta, l'abbiamo lasciato alla penna più autorevole di Enzo Bucchioni: qui se ve lo siete perso. Dopo averlo letto avidamente, dopo aver acceso la canonica lucubra accanto al pc, vogliamo dare una chiave più ottimistica e lasciarla programmata all'indomani, cioè a stamane che la leggete. Perché chiariamoci fin da subito: la Fiorentina che abbiamo visto contro il Celje sia in Slovenia, sia al Franchi, il Betis non lo batte. Però vedete, ormai la tiritera la conosciamo dopo otto mesi che commentiamo una dopo l'altra le partite dei viola, e quindi, senza sbilanciarci chissà quanto, si può credere alla terza finale consecutiva. Andare tre metri sopra il... Celje, uno per ogni finale. Vincerla finalmente? Non vincerla ancora una volta? Sarà materia successiva. Qui argomentiamo circa il perché non si deve vedere tutto nero e perché si può contare di eliminare il temibile Betis (qui le date delle semifinali), anche dopo un passaggio del turno risicato come quello con la banda del carismatico chad Albert Riera.

"First time?"

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Innanzitutto, ricordiamoci i percorsi portati in fondo nei due anni passati con Vincenzo Italiano in panchina: non è che siano stati immacolati nemmeno quelli. Nel 2022-23, proprio ai quarti di finale, il Lech Poznan è andato a tanto così dal rimontare al Franchi dopo la vittoria viola per 4-1 in Polonia, cedendo 3-2 dopo essere andati sul 3-0; l'anno scorso, invece, sono stati il Maccabi Haifa agli ottavi (3-4; 1-1) e il Viktoria Plzen (0-0; 0-2 ai supplementari) a far sudare le proverbiali sette camicie a Biraghi e compagni. Insomma, sembra che a prescindere da allenatori e interpreti il percorso della coppa verde sia per sua natura pieno di ostacoli che i pronostici non sanno identificare.


Cambi di marcia

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Ormai, dicevamo, sappiamo di cosa è capace la Fiorentina: di deludere rispetto alle attese che crea, certo, è già capitato parecchie volte e le ultime nei due pareggi delle ultime due gare contro Parma e Celje. Però anche di infiammarsi all'improvviso, trovare un nuovo accorgimento che fa da propulsore e accelerare per qualche settimana. Ecco, se questo "qualche settimana", come abbiamo visto a settembre (il 4-2-3-1 con Bove) e poi a marzo (il 3-5-2), si ripetesse a maggio (stupiscici, Palladino!), potremmo davvero raccontare una stagione memorabile in tutto e per tutto. Resa ancora più epica dai continui colpi di scena e cambi di inerzia.

E poi, i valori in campo

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Quella che abbiamo visto col Celje è una Fiorentina schierata con i migliori, sì, ma i migliori a disposizione: un conto è avere Parisi a sinistra, un altro Gosens - bentornato; un conto Folorunsho adattato a destra, un altro Dodò (con tutto il rispetto per Parisi e Folorunsho, ma per motivi diversi non c'è confronto). Poi consideriamo che il Betis è una squadra forte, e come tutte le squadre forti permetterà alla Fiorentina di fare il calcio che la trova a proprio agio, quello delle ripartenze, dei lampi di Fagioli e Gudmundsson, delle discese degli esterni, degli inserimenti di Mandragora e dei gol della furia Kean, anche stavolta a bersaglio. De Gea para, Pongracic difende e imposta, peccato solo che Pablo Marì sia stato escluso dalla lista perché non è Nesta, ma sa stare al centro della difesa a tre e avrebbe fatto molto comodo nei 180' che ci attendono fra il Villamarin e il Franchi, fra il 1 e l'8 maggio. Palladino dice che vorrebbe che questa stagione non finisse mai: noi avremmo da eccepire, perché vi assicuriamo che è estenuante anche solo star dietro a questo gruppo indecifrabile con le notizie, gli approfondimenti e tutto il resto. Ma saremmo pronti a sprintare tutti insieme. Perché è vero, questa Fiorentina è piena di nei, come il suo giovane allenatore. Eppure è ancora in corsa su due fronti il 18 aprile, e sono poche le stagioni nelle quali questa affermazione corrisponde al vero.

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