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Horror nella nebbia

La creatura viola è degna di Frankenstein: dalla presunzione allo sconforto

Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 
Si scende sempre più nella sciagura: diventa difficile commentare, e allora ci viene in soccorso la letteratura

Quando, nel 1818, Mary Shelley ha dato alla luce "Frankenstein o Il moderno Prometeo" probabilmente non si immaginava che 207 anni dopo dalle parti di Bagno a Ripoli sarebbe venuta alla luce una creatura ancor più calzante per il suo romanzo del mostro da lei concepito. Ci avventuriamo in questo paragone spinti da due premesse: la prima è che si giocava in Svizzera, e Victor Frankenstein nella storia trascorre l'infanzia a Ginevra. Non proprio a Losanna, ma insomma siamo tra i quattro cantoni; la seconda è che il dottore crea quello che poi è passato alla storia come il mostro perché spinto dall'ambizione di voler plasmare la vita a proprio piacimento, sostituendosi di fatto a Dio. Le migliori intenzioni, quelle di curare malattie e dare nuove occasioni, ma la presunzione di andare oltre il limite stabilito dalla Natura.

È chiaro dove vogliamo arrivare, no? L'ambizione più volte sbandierata, la presunzione estiva riconosciuta nel pre partita dal ds Goretti e una creatura, che qui invece che un essere sgraziato è un insieme deforme di giocatori, che lascia sgomento il proprio creatore, il quale non sa cosa fare e la abbandona al proprio destino. La creatura però ha bisogno di amore (ricordate? Ne parlava sempre Palladino, specie nei confronti di Kean), e non ricevendone, attira su di sé l'attenzione sotto forma di odio, sterminando via via ciò che Frankenstein ha di più caro. Così la Fiorentina procede di sconfitta in sconfitta in una strada che, in assenza di deviazioni, porta alla Serie B.

Certo, la sconfitta di Losanna, la terza su sei partite di Conference League, torneo - ricordiamolo - a questo punto dell'anno di un livello unicamente definibile "infimo", non comporta nulla di concreto; tant'è vero che come ha sottolineato Vanoli (sul quale, sembra incredibile ma vi riportiamo quanto ci viene fatto intendere, non ci sarebbero riflessioni in corso) anche vincere, alla fine, non sarebbe servito ad evitare i playoff. Ma... non sarebbe servito proprio a nulla? Magari, una vittoria avrebbe potuto evitare le solite scene surreali di contestazione alla fine e sicuramente avrebbe evitato a Mandragora il nervosismo che lo ha portato ad un gesto poi chiarito ma che in questo momento tutto fa fuorché calmare le acque. Somiglia, tanto per tornare a Frankenstein ma nella versione Junior, la geniale parodia di Mel Brooks, di sentir parlare Igor: "Potrebbe andar peggio, potrebbe piovere". E puntualmente sull'Artemio Fran-kenstein arriva la pioggia.