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Il modulo non esiste, ma cambiarlo ti fa vincere: per 20 giorni lo spartito è questo

Vanoli
La svolta che Vanoli covava da tempo, almeno a livello tattico, è servita. Ma è un progetto ancora embrionale, che necessita di essere alimentato attraverso nuovi innesti
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

La prima vittoria dell'era Vanoli sulla panchina della Fiorentina è arrivata alla sesta partita: una vittoria di misura, in casa, contro un avversario modesto in generale e in crisi (come i viola) nel particolare, quindi è un risultato che non va salutato a festa, ma va comunque preso con soddisfazione e sviscerato per trarne quanto più carburante possibile in vista dei prossimi quattro match, soprattutto i tre in campionato contro Verona - una sorta di D-Day calcistico, vista la classifica - e poi Udinese e Parma. Ma anche a Losanna servirebbe una vittoria per cercare di rientrare tra le prime otto in League Phase ed evitare un fastidioso turno playoff nel nuovo anno.

Vanoli ha vinto, dicevamo, e lo ha fatto mettendo in pratica una mossa trattata in maniera decisamente massiccia nelle ultime settimane: il cambio modulo. L'allenatore diceva da tempo di avere in mente qualcosa del genere, ma non aveva il materiale umano necessario per procedere. Per giocare con la difesa a quattro, oggi che i moduli stretti come 4-3-2-1 e soprattutto 4-3-1-2 sono in via d'estinzione, servono gli esterni offensivi e fino a gennaio la Fiorentina non ne ha mezzo. Anzi, mezzo ce l'ha: Kouamé. Non mezzo perché sia un mezzo giocatore, ma perché non è un esterno, ma una seconda punta che in carriera si è spesso adattato sulla fascia, quindi può fare l'esterno ed essere offensivo, bilanciando un terzino avanzato dall'altra parte.

Eccolo, il 4-2-3-1 che ha dato nuova linfa anche al Torino nella passata stagione. Chiaramente, finché il mercato non aprirà, tra una ventina di giorni e porterà entro il mese seguente un paio di ali fiammanti, è una soluzione che non è assolutamente proponibile in pianta stabile. Primo, perché Kouamé, unico che può svolgere questo compito, è appena rientrato da un lungo infortunio, secondo perché Kouamé... beh, è Kouamé. Un giocatore di tutto rispetto ma che non faceva e probabilmente non farà parte dei piani della Fiorentina. Quindi schierarlo dall'inizio per poi doverlo togliere cambiando forzatamente schieramento non ha senso. Lo spartito delle prossime quattro partite sarà verosimilmente: dapprima 3-5-2 che è la via più conosciuta, quindi passaggio al 4-4-2/4-2-3-1 per sfruttare appieno i concetti su cui si sta lavorando da inizio novembre e per la prima volta risultanti in un atteggiamento che ha rispecchiato quello del mister. Che ci perdonerà se snoccioliamo numeri che "non esistono più", ma è proprio cambiando la disposizione di questi numeri che la Fiorentina è tornata a vincere. L'ha detto anche l'allenatore avversario:  "Hanno cambiato modulo e ci hanno messi in difficoltà", tornando a vincere dopo una cinquantina di giorni. Non è poco.