E dopo tre pareggi con squadre implicate da vicino nella lotta per non retrocedere è arrivata la sconfitta contro un Empoli che nel girone di ritorno non aveva ancora assaporato la gioia dei tre punti. Cosa dire a questo punto: che non possiamo sempre appellarci alla sfortuna o alle decisioni arbitrali che peraltro non sono state poi negative contro la Fiorentina.
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Problema mentale o fisico? Intanto la squadra vada in ritiro
Sono settimane che la Fiorentina ha perso identità e gioco. Qual è il peccato originale. Fisico o mentale?
Chi ha ascoltato il dopo gara su Radio Bruno avrà assistito all'animato dibattito fra David Guetta e Bernardo Brovarone schierati su posizioni di pensiero opposte sulla causa della crisi viola. Per Guetta il problema è essenzialmente fisico perché la squadra non corre più, Brovarone insiste invece sull'aspetto psicologico e sul fatto che il mercato di gennaio abbia instaurato nel gruppo una sorta di rassegnazione per la mancata spinta societaria condita dalla perdita di potere nello 'spogliatoio' di Daniele Pradè.
Probabilmente hanno ragione entrambi. Senza andare su posizioni 'estremiste' le componenti si intrecciano e si sommano creando effetti disastrosi per la classifica della Fiorentina che scala di posizione e si attesta come quinta forza del campionato con il rischio nel caso che il Milan vinca la Coppa Italia di iniziare la prossima stagione a fine luglio.
Indubbiamente, lo ha ribadito anche oggi Sousa, vincere aiuta a vincere rafforzando la propria autostima. Perdere invece ti fa compiere il passo contrario, giochi con la paura addosso e non rendi al massimo delle tue possibilità. Ma il discorso non si ferma qui: probabilmente come ribadisce con forza Brovarone, avendo capito che il traguardo non è ambizioso qualcuno potrebbe essersi seduto perdendo la concentrazione massima che occorre per restare al top della forma. C'è poi il discorso della delegittimazione in seno al gruppo del Direttore Sportivo che è evidentemente scavalcato nelle decisioni da altre figure aziendali non prettamente calcistiche. Tutto concorre, ma non basta a mio avviso per spiegare il calo verticale della squadra viola che nell'ultime quattro partite ha raccolte 3 punti contro i 13 raccolti nel girone di andata.
La squadra corre meno, oggi personalmente ho visto un buon quarto d'ora in cui l'Empoli era in difficoltà e non riusciva a giocare (lo ha ammesso anche Giampaolo), ma poi quando il gioco senza palla è andato a perdersi abbiamo rivisto la Fiorentina delle ultime settimane: lenta, spesso anticipata in tutti i settori. Kalinic che, lanciato a rete, si fa riprendere dai centrali empolesi che gli rimangiano un paio di metri. Incredibile per uno che in autunno era veloce come una saetta. Gonzalo che viene superato spesso come non succede da tempo, Alonso che corre sulla fascia ma senza affondare mai. Potremmo continuare per tutti gli effettivi o quasi.
Cosa fare adesso? Serve ridare serenità al gruppo e magari anche un po' di tono fisico anche se arrivati a metà di aprile la cosa è più facile a dirsi che a farsi. Non si tratta di schemi, ma di capitalizzare al massimo gli sprazzi di buon gioco che potranno capitare nelle prossime gare. Serve fare gruppo, quel gruppo che secondo alcuni bene informati non è più cosi compatto come prima (quanto contano i risultati...), serve ricostruire armonia e serve soprattutto una bella vittoria che scacci le nuvole nere sul Franchi e dintorni.
E se Sousa perdesse un po' della patente di democraticità che lo contraddistingue e, come chiedeva oggi Rialti in sala stampa, si trasformasse un po' in dittatore imponendo scelte impopolari come un bel ritiro da venerdì sera? Forse sarà inutile, forse sarà superato dai tempi e in casa Fiorentina non verrà mai messo in pratica, ma quando i calciatori erano più acqua e sapone la cosa funzionava anche.
E allora perché non provare anche questo? Intanto uno scopo l'ho raggiunto: inimicarmi qualche calciatore che vorrà leggere il mio pensiero. Non importa, perché come diceva il grande Mario Ciuffi "gli uomini passano e la Fiorentina rimane". E rimane anche la nostra fede di appassionati e tifosi.
VOI COME LA PENSATE?
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