Idee e ambizione
—Di sicuro, aldilà delle ovvie considerazioni sulla condivisione e sulla sintonia (avrebbe potuto dire il contrario?) Palladino è uno con le idee molto chiare ed esattamente come chi l'ha preceduto ha un'ambizione feroce. Basta fare due chiamate a chi ci ha lavorato assieme, o farsi due chiacchiere con qualche dirigente del Monza. Il mister punta molto in alto e non ci metterà molto, se non verrà assecondato, a farlo presente. Ecco. Ora come ora, aldilà delle promesse, è probabilmente questa la migliore delle garanzie. Se uno come lui, che aveva comunque altre offerte in mano, ha scelto la Fiorentina significa che ha sentito e (intra)visto qualcosa di importante. Si dirà: potrebbero benissimo avergli garantito mari e monti salvo poi, nei fatti, venir meno alle parole. Vero. In fondo, in almeno un paio di occasioni, l'hanno già fatto con l'allenatore precedente. Stavolta però l'ambiente è diverso, nessuno sembra più disposto a fare sconti e, soprattutto, c'è un mister in ascesa che non si può assolutamente permettere passi falsi.
L'attesa
—Ormai comunque, non resta che mettersi in attesa. Il tempo delle parole infatti per il momento è finito (a proposito, rinnoviamo la soddisfazione per come stia cambiando e sia cambiato il clima dentro la società e ci auguriamo che si prosegua su questa strada) e da qua al primo settembre saranno acquisti e cessioni a parlare. Le aspettative sono tante, i bonus a disposizione esauriti, e questo è ben chiaro nella testa dei dirigenti. Sta a loro adesso trovare quei “giocatori di grande qualità” chiesti dal mister e che, Fiorentina dixit, dovranno far si che ai nastri di partenza della nuova stagione la squadra sia in grado di lottare ad armi pari per entrare nelle prime sei e per riportare a Firenze un trofeo. Perché l'obiettivo, se è vero che l'ultima annata non ha soddisfatto nessuno (concetto espresso a chiare lettere nella conferenza stampa di fine stagione), non può essere che quello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA