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L'imbucata

Palladino e il mercato: toni pacati ma concetti precisi. E ora niente sconti

Matteo Magrini l'imbucata
Considerazioni dopo la presentazione di Raffaele Palladino questa mattina al Viola Park
Matteo Magrini

E' ovvio che abbia chiesto alla società giocatori di grande qualità”. Letta così può sembrare, e forse lo è, una considerazione banale. Eppure, volendo andare un po' più a fondo, questa è una delle frasi più importanti tra quelle dette da Raffaele Palladino durante la presentazione. La domanda infatti era sulle “ambizioni” della società, e sulla voglia di far meglio rispetto alle ultime stagioni. Questione affrontata più volte ma si sa, repetita iuvant. Meglio ribadirlo insomma, e sperare che il concetto sia ben chiaro a chi dovrà costruire la nuova Fiorentina: migliorare vuol dire due cose molto semplici. Uno: arrivare tra le prime sei in campionato. Due: vincere un trofeo. E se il percorso nelle coppe dipende da mille fattori e soprattutto è sempre legato anche a episodi e buona o cattiva sorte in campionato il discorso è diverso. E' lì che alla lunga emergono i reali valori e non sempre si può sperare che un allenatore ed un gruppo vadano oltre i propri limiti.

Salire un gradino

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Se si pensa di salire un gradino quindi, bisogna essere consapevoli del fatto che questo significa mettersi dietro (almeno) due tra Inter, Milan, Juventus, Atalanta, Roma, Napoli e Lazio. Senza contare il Bologna, atteso ad una conferma dopo l'exploit della scorsa stagione. E così torniamo al punto di partenza. Alla necessità di prendere “giocatori di grande qualità”. E' inutile girarci tanto attorno. Per pensare di passare dalle parole ai fatti va fatto un grande, ma grande salto in alto. E sia chiaro. Ciò non significa spendere vagonate di soldi. Certo, la qualità si paga, ma la si può trovare anche a buon mercato. Basta avere le competenze e toccherà a Daniele Pradè, Roberto Goretti e all'intera squadra scouting dimostrare che anche a Firenze si può alzare l'asticella senza far saltare per aria i conti. E' facile? No. E' impossibile? Nemmeno.


Idee e ambizione

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Di sicuro, aldilà delle ovvie considerazioni sulla condivisione e sulla sintonia (avrebbe potuto dire il contrario?) Palladino è uno con le idee molto chiare ed esattamente come chi l'ha preceduto ha un'ambizione feroce. Basta fare due chiamate a chi ci ha lavorato assieme, o farsi due chiacchiere con qualche dirigente del Monza. Il mister punta molto in alto e non ci metterà molto, se non verrà assecondato, a farlo presente. Ecco. Ora come ora, aldilà delle promesse, è probabilmente questa la migliore delle garanzie. Se uno come lui, che aveva comunque altre offerte in mano, ha scelto la Fiorentina significa che ha sentito e (intra)visto qualcosa di importante. Si dirà: potrebbero benissimo avergli garantito mari e monti salvo poi, nei fatti, venir meno alle parole. Vero. In fondo, in almeno un paio di occasioni, l'hanno già fatto con l'allenatore precedente. Stavolta però l'ambiente è diverso, nessuno sembra più disposto a fare sconti e, soprattutto, c'è un mister in ascesa che non si può assolutamente permettere passi falsi.

L'attesa

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Ormai comunque, non resta che mettersi in attesa. Il tempo delle parole infatti per il momento è finito (a proposito, rinnoviamo la soddisfazione per come stia cambiando e sia cambiato il clima dentro la società e ci auguriamo che si prosegua su questa strada) e da qua al primo settembre saranno acquisti e cessioni a parlare. Le aspettative sono tante, i bonus a disposizione esauriti, e questo è ben chiaro nella testa dei dirigenti. Sta a loro adesso trovare quei “giocatori di grande qualità” chiesti dal mister e che, Fiorentina dixit, dovranno far si che ai nastri di partenza della nuova stagione la squadra sia in grado di lottare ad armi pari per entrare nelle prime sei e per riportare a Firenze un trofeo. Perché l'obiettivo, se è vero che l'ultima annata non ha soddisfatto nessuno (concetto espresso a chiare lettere nella conferenza stampa di fine stagione), non può essere che quello.

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